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Home › Editoriale › Siracusa. Il sindaco Italia si dimette… Comune gestito da Regione

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Siracusa. Il sindaco Italia si dimette… Comune gestito da Regione

Il primo cittadino per concorrere alle politiche del 2023 si dovrebbe dimettere entro la metà del mese di settembre

21 Marzo 2022di Giuseppe Bianca
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Non ci sentiamo di sparare sulla Croce rossa, metafora riferita al sindaco pro tempore, il quale ci auguriamo di ritornarsene al più presto a casa per liberare la citta di Siracusa per il bene collettivo, con la penitenza perpetua di chiedere perdono nelle preghiere rivolte al padre eterno, nei confronti dei siracusani per le malefatte subite dalla sua amministrazione. Siamo stati i primi come mezzo d’informazione a percepire, con il nostro olfatto, la ‘valutazione impatto ambientale’ del soggetto risultato inadeguato come primo cittadino a sorreggere le sorti di Siracusa e accompagnare il territorio verso nuovi lidi dello sviluppo nella società in continua evoluzione.

Dicevamo del concetto che è talmente scontato da essere divenuto un modo di dire: ‘Non sparate sulla Croce Rossa’ è più di una frase comune: denuncia l’impossibilità, a meno di manifesta viltà, di scagliarsi contro gli indifesi. Ancor di più, di scatenare atti violenti contro chi presta il proprio servizio per portare soccorso a persone in pericolo disarmato, neutrale e indipendente. Però il sindaco del Cga non ci sembra tanto indifeso nella comunicazione, anzi si è sempre circondato da ‘influencer locali’.

Con il progetto “La tela di Aracne”, elaborato dal Comune e finanziato per 836mila euro dal Ministero degli Interni, fondi a valere sul “Pon Legalità 2014-2020”, asse 3, che stanzia risorse per favorire “L’inclusione sociale attraverso il recupero di beni confiscati alle mafie”: il finanziamento servirà infatti a riqualificare un immobile confiscato e poi assegnato al Comune di Siracusa. Il progetto d’informazione se l’è aggiudicato la società di una nota testata di un sito internet locale, anche se recentemente, a quanto pare, si sia innescata una frizione. Il sindaco ha concesso per delibera una congrua somma sotto la voce comunicazione istituzionale con scadenza in estate ad una radio locale associata ad una testata social. Altre testate, a quanto pare, profuse promesse occasionali e/o di fine anno. Come si nota il sindaco ‘è una volpe travestita da agnellino’, quindi la metafora: non sparare sulla Croce rossa su di lui non esiste.

Riflettori puntati sulle elezioni amministrative, sono 119 i Comuni siciliani chiamati alle urne nella prossima primavera. Si tratta di oltre un milione di elettori che si recheranno alle urne per eleggere sindaci e consigli comunali. I comuni che andranno al voto con il sistema maggioritario con 116 e con il proporzionale 13 (popolazione superiore alla soglia dei 15.000 abitanti); questi ultimi sono Palermo, Messina, Erice, Avola, Scicli, Pozzallo, Scordia, Paternò, Palagonia, Aci Catena, Niscemi, Sciacca e Palma di Montechiaro.

Ai 119 Comuni, nei prossimi mesi, potrebbero aggiungersene altri perchè qualche sindaco potrebbe anche tentare la candidatura all’Ars e dimettersi entro 180 giorni dall’indizione dei comizi elettorali.

In provincia si Siracusa sono 5 i Comuni chiamati alle urne: Avola, Canicattini Bagni, Cassaro, Melilli e Solarino. Come vedete a maggio si aprono i seggi elettorali in provincia, mentre per quanto riguarda le elezioni regionali si terranno il primo fine settimana di novembre.

Dopo il successo alle elezioni regionali del 2017, in Sicilia con ogni probabilità sarà di nuovo in campo l’attuale presidente Nello Musumeci, anche se nel centrodestra non tutti i partiti sembrerebbero essere pronti a sostenere la sua corsa verso un secondo mandato. Nel centrosinistra appare scontata una alleanza tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, con la scelta del candidato che dovrebbe spettare ai pentastellati vista la loro forza in Sicilia. Un possibile simposio giallorosso renderebbe impossibile una intesa tra il PD e Italia Viva, tanto che Matteo Renzi da tempo sarebbe in contatto con altri esponenti moderati per dare vita a una sorta di terzo polo centrista. Si fa strada la Lega. Guardando i sondaggi, queste elezioni regionali in Sicilia sembrerebbero essere molto equilibrate, con la definizione delle alleanze che sarà fondamentale per capire quale potrebbe essere il candidato favorito.

Le elezioni regionali in Sicilia nel 2017 si sono tenute in data 5 novembre. Cinque anni più tardi, appare plausibile che le urne torneranno ad aprirsi nello stesso periodo anche se incombe sempre l’incognita Covid.
Come avvenuto di recente, facile che venga confermata la doppia giornata di voto: la domenica dalle ore 07.00 fino alle 23.00 e il lunedì dalle ore 07.00 fino alle 15.00. La legge elettorale delle elezioni regionali in Sicilia è stata modificata l’ultima volta nel 2014, quando è stato deciso di applicare una sforbiciata al numero dei deputati eletti che così sono passati da 90 a 70.

Per il resto si tratta di una legge elettorale in gran parte proporzionale, che prevede il voto di preferenza e un premio di maggioranza di sette deputati, tra cui anche il Presidente eletto, alla lista del candidato più votato. Oltre al seggio assegnato al secondo candidato presidente più votato, i restanti 62 deputati vengono eletti tramite le liste provinciali dove è ammesso il voto disgiunto. Ecco nel dettaglio quanti deputati elegge ogni Provincia siciliana alle elezioni regionali: Agrigento 6; Caltanissetta 3; Catania 13; Enna 2; Messina 8; Palermo 18; Ragusa 4; Siracusa 5 e Trapani 5. Non essendo previsto un ballottaggio, verrà eletto Presidente il candidato capace di prendere anche un solo voto in più dei suoi avversari.

Per quanto le Elezioni Politiche del 2023 è prevista la riduzione del numero dei parlamentari. La legge costituzionale prevede la riduzione del numero dei parlamentari, da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori elettivi. La scadenza naturale delle elezioni politiche è per la primavera del 2023. +Europa e Azione si presenteranno assieme alle prossime elezioni. Insieme, sfiorano il 6% nei sondaggi: l’obiettivo è che la forza della proposta porti a più del 10% alle prossime elezioni. Carlo Calenda, con Benedetto Della Vedova, Emma Bonino, Matteo Richetti, Riccardo Magi e Enrico Costa, ha firmato il patto di Federazione tra Azione e +Europa. «Facciamo un salto di qualità. I gruppi parlamentari sono già insieme e oggi Azione formalizza al Parlamento europeo l’ingresso nell’Alde, dove già si trova +Europa. Ma ci saranno gruppi unici in tutte le amministrazioni locali, la collaborazione si estende», ha spiegato il leader di Azione sottolineando: «Alle prossime elezioni Azione e +Europa saranno insieme per dire no a populisti e sovranisti, sì all’Europa. Questo è il nostro mandato».

Ma a proposito delle elezioni politiche in primavera del 2023, scalpiterebbe il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, il quale, secondo ‘radio fante’ dovrebbe dimettersi entro metà settembre, 180 giorni dalla scadenza delle Camere. In questo caso al suo posto verrebbe un commissario scelto dalla Regione per portare alle elezioni il Comune di Siracusa a novembre 2022 e/o maggio 2023 (per scelta della Regione). In quanto a seguito delle normative regionali le amministrative sono distanziate dalle politiche che si terrebbero a febbraio.

Quindi il Comune di Siracusa si troverebbe ad essere retto dal doppio commissario, fatti che non si sono mai verificati a Siracusa, senza considerare che occorre approvare ancora il bilancio 2022 entro il 30 aprile e il conto consuntivo del 2021 entro 31 marzo. Un bel guaio per la città lasciata in eredità da questa amministrazione al successore di competenza del commissario facente funzione del Consiglio comunale.

Paradosso politico-amministrativo, che in questa fase temporale la gestione del Comune di Siracusa, per la prima volta nella storia, sarebbe interamente nelle mani dei commissari palermitani. E con l’auspicio di non ritrovarci con un nuovo sindaco peggiore di quest’ultimo. Occhio Siracusani, perché al «peggio non c’è mai fine».



di Giuseppe Bianca 21 Marzo 2022 | 11:18
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Tags: Comunedimissionieditorialeprimo cittadinoregionesindaco Italiasiracusa
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