Il rapporto annuale della Banca d’Italia sull’economia siciliana contiene una serie di dati importanti che purtroppo vengono trascurati da quanti si soffermano ad analizzare le realtà delle grandi imprese. Ci riferiamo alle nostre famiglie, che poi sono quelle che consumano, producono anche servizi (basti pensare all’assistenza prestata alle persone anziane o con disabilità) ma che non vengono tenute nella considerazione che meritano.
«Il fatto che anche nel 2021 il reddito disponibile delle famiglie siciliane in termini pro capite sia pari a soltanto circa i tre quarti di quello medio nazionale viene praticamente sottaciuto» lo dichiara Salvo Sorbello, presidente provinciale del Forum Famiglie.
«E mentre la dinamica del potere d’acquisto viene frenata da un più sostenuto aumento dei prezzi, il reddito da noi è aumentato solo dell’1,2 per cento, “in misura quindi meno intensa rispetto sia alla media nazionale che a quella del Mezzogiorno”.
«Cresce di conseguenza la quota di famiglie in povertà assoluta, che è pari al 10,0 per cento, rispetto al 7,5 della media nazionale e l’incidenza di queste famiglie è superiore a quella osservata anche nel Mezzogiorno. Le famiglie siciliane percettrici del reddito o della pensione di cittadinanza sono circa 254.000, corrispondenti a un ottavo delle famiglie residenti.
«Il rapporto della Banca d’Italia mette anche in luce come da noi la disponibilità sia di asili nido sia di infrastrutture scolastiche con mense e palestre risulti nettamente inferiore nel confronto con la media nazionale e come i rincari dei prezzi incidano sulle famiglie in misura diseguale, colpendo maggiormente i nuclei con livelli di consumo complessivi più bassi.
«Cresce quindi l’indebitamento delle nostre famiglie, con l’aumento dell’ammontare dei prestiti e peraltro è da sottolineare come da noi il costo dei nuovi prestiti al consumo si sia attestato mediamente al 6,6 per cento, un valore superiore di circa mezzo punto rispetto al dato nazionale!
«La Banca d’Italia, a differenza di quanto fanno le nostre istituzioni, sia a livello locale che regionale, è infine pienamente consapevole che “da circa un decennio, le dinamiche demografiche in Sicilia risentono significativamente sia del progressivo invecchiamento della popolazione sia dei flussi migratori verso altre aree.
«Secondo i dati dell’Istat, alla fine del 2021 la popolazione siciliana (pari a oltre 4,8 milioni di abitanti) si era ridotta del 5,1 per cento rispetto alla rilevazione censuaria del 20111. Il calo demografico regionale è più intenso rispetto alla media nazionale ed è ascrivibile sia al saldo naturale (differenza tra le nascite e le morti) sia al saldo migratorio interno (saldo tra ingressi e uscite da e verso altre regioni italiane)”», conclude Salvo Sorbello, presidente provinciale del Forum Famiglie. «In provincia di Siracusa in meno di dieci anni siamo passati da 404mila residenti a 380mila circa, come se non ci fosse più l’intera popolazione di una città come Noto».
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