Siracusa. Il procuratore capo Sabrina Gambino: «Rinsaldare i rapporti con la città e il territorio»

di Redazione

«Orgogliosa di avere intrapreso una scommessa che, quanto più grossa sia è certamente più stimolante»

Da martedì scorso è iniziato il nuovo percorso lavorativo di Sabrina Gambino, prima donna nella storia della magistratura siracusana a guidare l’ufficio requirente. La cerimonia si è tenuta nell’aula di corte d’assise ed è stata presieduta da Antonio Alì, presidente della sezione civile del tribunale alla presenza di due giudici a latere e del procuratore aggiunto, Fabio Sca- vone, che nell’ultimo anno ha tenuto saldo il timone della Procura traghettandola verso mari più tranquilli dopo la tempesta provocata dall’inchiesta Sistema Siracusa. A ricordare l’importanza del compito che Gambino assume ci ha pensato il procuratore generale di Catania, Roberto Saieva: «Sappiamo che la Procura siracusana ha trascorso un periodo travagliato ma sono certo che la procuratrice Gambino, con la sua esperienza e con la sua preparazione, riuscirà a fare del suo ufficio un presidio di legalità. Voglio testimoniare l’at- tenzione della Procura generale verso questo territorio ricco di grandi risorse e potenzialità di crescita con uffici giudiziari efficienti che riescono ad agire secondo i principi di legalità e nel rispetto della Costituzione». Il presidente del distretto di corte d’appello di Catania, Giuseppe Meliadò, ha sottolineato che quello assunto da Gambino è «un compito difficile ma esaltante allo stesso tempo perché pone gli obiettivi della legalità da raggiungere grazie all’esperienza maturata in diversi uffici e con una squadra di pm giovani che hanno dato dimostrazione di coraggio. Questa Procura ha attra- versato una fase particolarmente difficile ma ha saputo trovare i giusti antidoti e, al proprio inter- no, gli strumenti per affermare la legalita».

Sabrina Gambino, il nuovo procuratore capo di Siracusa dopo aver fatto una visita all’inizio di luglio in Procura, al procuratore aggiunto Fabio Scavone, la Gambino, ha preso pieno possesso degli uffici della Procura della Repubblica, andando così a sostituire Francesco Paolo Giordano, che nel mese di settembre dello scorso anno è stato trasferito, su propria richiesta, alla Procura generale di Catania, dopo alcuni anni di servizio nella nostra provincia. La reggenza nell’ultimo periodo è stata gestita da Fabio Scavone, portando nell’alveo della legalità la nave Procura. La d.ssa Sabrina Gambino 53enne, nuovo procuratore capo della Repubblica di Siracusa; originaria di Caltagirone, è la prima donna a guidare la Procura di Siracusa. Sabrina Gambino vanta un curriculum di tutto rispetto con un’esperienza a largo raggio. Tra le tante inchieste e attività d’indagine, ha rappresentato la pubblica accusa al processo contro l’ex presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo.

Alla cerimonia d’insediamento nell’aula di Corte d’assise erano presenti: il procuratore generale di Catania, Roberto Saieva, del presidente della Corte d’appello, Giuseppe Meliadò, della consigliera del Csm, Cohita Grillo, del prefetto di Siracusa, Luigi Pizzi e dei rappresentanti dell’avvocatura e delle forze dell’ordine. Il procuratore capo Sabrina Gambino ha firmato il verbale d’insediamento davanti al presidente della sezione civile del tribunale, Antonio Alì, il quale ha coordinato e fatto leggere la formula del giuramento.

Il suo valore e l’esperienza maturata nell’attività condotta a difesa del principio di legalità e nella lotta alla criminalità rappresentano certamente valore aggiunto al lavoro che svolgerà alla guida degli uffici giudiziari.  Il nuovo procuratore arriva dopo che l’ufficio della Procura siracusana ha attraversato un periodo di difficili tribolazioni giudiziarie, culminate con l’arresto dell’ex pm Giancarlo Longo, tuttora detenuto nella casa di reclusione di Rebibbia a Roma per scontare una pena definitiva, a seguito di patteggiamento nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Messina e di Roma, denominata «Sistema Siracusa» o il «Caso Siracusa» con il Comune più inquisito d’Italia.

Sarà necessario continuare a tenere alta l’attenzione per non far mancare quel contributo determinante alla promozione della cultura della legalità. Un aspetto fondamentale, se rivolto in particolar modo alle giovani generazioni, in grado di dimostrare l’unità delle istituzioni nella prospettiva di costruire quegli anticorpi, anche sociali, che una comunità deve possedere per contrastare e sconfiggere ogni forma di illegalità.

Visibilmente commossa, la procuratrice Gambino si dice «orgogliosa di avere intrapreso una scommessa che, quanto più grossa sia, è certamente più stimolante. Timori e paura, quando sono governati, rappresentano stimolo e propulsione». Ha parlato dei sostituti procuratori come di una «squadra di ragazzi eccezionali con carica e pulizia morale», nella con- vinzione che sia giunto il «momen- to di ricucire i rapporti con la gen- te e di imporre la tutela dei diritti» mentre, nell’evocare la sua esperienza a Caltagirone, ha ricordato la figura del procuratore Onofrio Lo Re («mi ha donato tanto») e quella del presidente della sezione penale, Alberto Leone (presente in aula). A proposito di sostituti procuratori, non farà parte della squadra della Gambino, il pm Marco Di Mauro, che, dopo avere chiesto il trasferimento, il 2 settembre pren- de servizio alla sezione giudicante del tribunale di Milano.

«Ho l’orgoglio di rappresentare un ufficio giudiziario e ho gratitudine per aver avuto questa occasione. Sarei incosciente a non sapere di aver ereditato un ruolo importante, però sono anche consapevole di poter puntare su un ufficio completamente rinnovato, su un procuratore aggiunto che ha già fatto conto in questi mesi» ha affermato nel suo intervento il nuovo procuratore capo Sabrina Gambino.

«Io mi aspetto da questa avventura di costruire, di dare una impronta in termini di organizzazione e di collaborazione con il Tribunale, io credo molto nel sistema di organizzazione e credo che si potranno costruire dei protocolli di intesa con una funzionalità che dia una risposta migliore in termini qualitativi» ha concluso Gambino. Insomma una collaborazione rigorosamente rispettosa dell’autonomia, ma necessaria per promuovere un sempre miglior funzionamento della macchina giudiziaria.

31 Agosto 2019 | 09:36
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