Siracusa. Il dopo sindaco: è tempo di ricostruire il futuro

di Giuseppe Bianca

I Siracusani hanno bisogno del cambiamento, del rinnovamento, per il ritorno della politica al servizio pubblico con l’obiettivo di allargare i confini delle nostre sfide e di farlo insieme, nessuno escluso

Occorrono delle linee guida per un Piano Strategico per la Città è devono essere sono ben chiare e definite come il capitolo dell’economia sul turismo.

‘Resilienza’, che in psicologia, vuol dire la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di grande difficoltà, come quello che sta attraversando Siracusa.
Con grande umiltà, ma con forte tenacia, dobbiamo avere voglia di guardare «Siracusa al futuro» verso il quale ci dobbiamo incamminare.
Inaugurare una nuova stagione di vita a Siracusa con l’obiettivo di allargare i confini delle nostre sfide e di farlo tutti insieme, nessuno escluso.

Occorre superare la logica dei cartelli elettorali, come qualcuno ancora oggi propone, contribuendo a costruire, con impegno e generosità, alleanze democratiche e aperte al servizio delle comunità nell’ascolto.
Bisogna progettare contenuti esclusivi.

Dobbiamo fare scelte di prospettiva, utili a rafforzare istituzioni, servizi al cittadino e tessuto sociale guardando allo sviluppo, alla sostenibilità e alla solidarietà. Occorre farlo con persone competenti e appassionate.
Dobbiamo confrontarci con la società siracusana che cambia, la politica aretusea cambia.

Siracusa ha subito in questi lunghi anni un ‘conflitto’ politico implosivo, vive di macerie. Siracusa è totalmente da rigenerare. Oggi è una grande desolazione, una desertificazione sociale, commerciale, una città senza vita, i cittadini disorientati e senza entusiasmo sia per il presente che per il futuro.

Occorre un vero progetto sul Turismo. L’economia del Turismo a Siracusa è al 4% del Pil ed è fallimento. Per quanto riguarda il Turismo, Siracusa, non ha mai avuto un progetto attrattivo, per incapacità politica.

Per fortuna la città per la sua storia richiama il turismo ma non basta come si è visto fino adesso a fare piangerie. Se da un lato arrivano turisti per il richiamo del blasone del nome di Siracusa, dall’altro lato abbiamo una politica riduttiva che non riesce a trarne profitto se non quello di aumentare la tassa di soggiorno. Masochismo allo stato puro.

Capitolo a parte per le Rappresentazioni classiche che rappresentano una goccia nel mare. Neanche l’evento, già superato, di Dolce e Gabbana è riuscito qualche anno fa ad incrementare il turismo che è regredito di oltre centomila unità rispetto agli anni precedenti (dati Albergatori Siracusa).

Abbiamo un giacimento culturale da fare invidia a tutti, da realizzare una forte economia alla pari con quella dell’industria, così come ha realizzato nei decenni Venezia con il vicino polo industriale di Porto Marghera.
In buona sostanza Siracusa dovrebbe avere una economia in parallelo come quella di Venezia. In quanto nella città di Archimede l’economia evidenzia un dislivello notevole, ad essere forte è quella industriale mentre quella turistica è lontana anni luce dal trovare una sua specificità e connotazione di qualità.
Alta attrattività e densità turistica: obiettivi raggiungibili a condizione che si avviino sinergie tra pubblico e privato: il tanto evocato ma ancora poco o per nulla attuato «fare rete» tra istituzioni, operatori e imprese attraverso «best practice» capaci di utilizzare e valorizzare il grande capitale umano.

Sono molti i nuovi turismi su cui Siracusa può puntare con più decisione, ma occorre gente determinata con le idee chiare e produttive pronti ad inventarsi con successo un vero progetto sul Turismo.

Purtroppo molte delle magagne della nostra vita pubblica siracusana derivano dal fatto che gli uomini politici al peccato veniale di nulla sapere della tecnica degli istituti a cui sono preposti, aggiungono per lo più il mortalissimo peccato di essere ignari eziandio della loro speciale materia, che è quella politica.

Purtroppo la preparazione che gli attuali politici hanno all’alto ufficio è davvero miseranda e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: ultimi nella qualità della vita e con una città lacerata e senza servizi. I Siracusani dovrebbero indossare una sveglia sul collo, dentro la cabina elettorale, per tenerli desti affinchè scegliere il nuovo condottiero per fare volare «Siracusa al futuro».

di Giuseppe Bianca 08 Luglio 2024 | 08:52
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