Non riesce a trattenere la commozione nel corso dell’omelia, don Paolo Manciagli, parroco reggente della chiesa del Pantheon, dinanzi alla sala gremita di parenti e amici di Armando Galea. «Con lui abbiamo condiviso la vita di questa città, l’amore e la «missione», anche per il Siracusa calcio, e le partite allo stadio con i sentimenti puri del tifoso, dice don Manciagli nel suo discorso, si ferma con la voce rotta dall’emozione nel rivivere momenti belli e meno belli dei 50anni di amicizia».
Prima che parroco, padre Paolo è un uomo, una persona perbene, i suoi pensieri nobili hanno scosso i presenti ad onorare le spoglie di Armando Galea, giornalista impegnato, indipendente e mai banale. Era molto amato e lo sapeva, era felicissimo dell’attenzione dei suoi lettori e di chi lo seguiva su Libertà Sicilia. Armando era un ‘manuale di sopravvivenza pratica’, ricordava tutto del suo Siracusa, formazioni, azioni da gol, trasferte cui lui seguiva nel passato, aneddoti. Insomma un uomo fulgido, una grave perdita per la città e per l’informazione sportiva a Siracusa. Ma anche grande amante della città e di tutto quello che vi accadeva. Armando era un agente di viaggio cresciuto all’ombra del cav. Bozzanca negli 60-80 che ha fatto la storia del turismo a Siracusa.
Sapeva ogni cosa sul patrimonio archeologico della città e gli aveva dato ad ogni pietra un nome. Che grande uomo di cultura era Armando, un pozzo di saperi. Autore del settimanale Il Mattino di Siracusa nel proseguo della sua attività giornalistica ha prestato fede ad altri mezzi di comunicazione prima di approdare a Libertà che insieme all’avv. Corrado Piccione, prof. Arturo Messina, Puccio Mascali, Aldo Formosa, Turi Maiorca, Andrea Bisicchia, Concetto Gilè, Giovanna Marino e Raffaella Mauceri, e ai più vicini: l’intraprendente Francesco Nania e Concetto Alota, hanno rappresentato le basi solide del giornalismo veterano, lo zoccolo duro dell’informazione a Siracusa. Con il forte dolore e rimpianto per alcuni di coloro che ci hanno lasciato, il buon Dio ha posto loro la ritirata, negata l’opzione di una proroga.
Un commosso saluto dalla redazione che come ogni giorno si occupava dei pezzi di Armando accompagnati dalla cordiale telefonata per sincerarsi dell’avvenuta ricezione e l’affettuoso saluto paterno: «Ciao figghiu miu». Ciao… Armando.
gb
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