
Dopo la sentenza a 6 anni e 8 mesi dello scorso anno, ad aprile, inflitta dal Gup del Tribunale, la Corte d’appello di Catania ha riformulato la pena, a carico del siracusano 40enne Giovanni Merlino, che doveva rispondere del reato di tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco.
Il Merlino è stato condannato in appello a 6 anni e 2 mesi di reclusione, con uno sconto di pena di 6 mesi, colpevole di aver ferito a colpi di pistola un uomo dopo un inseguimento a piedi nel centralissimo quartiere di Grottasanta, nel febbraio del 2023. Giovanni Merlino era stato condannato oltre alla reclusione, anche all’interdizione perpetua dai Pubblici Uffici e al risarcimento dei danni.
L’imputato, difeso dall’avvocato Junio Celesti, si è reso protagonista dell’episodio di sangue avvenuto intorno alle 16 del 8 febbraio quando l’indagato, così come ricostruito dagli investigatori della Squadra Mobile con l’ausilio delle immagini di video-sorveglianza, dopo essere sceso da un’auto, ha sparato contro la vittima, S.D.F. di 51 anni, continuando a colpirla nonostante fosse per terra. Il legale difensore Junio Celesti, nell’arringa aveva sostenuto che il suo assistito Merlino non avrebbe tentato l’omicidio, non era nelle intenzioni di sparare per uccidere.
Agli inquirenti ha detto di essere stato mosso da risentimento nei confronti del ferito, perché non avrebbe riposto le giuste attenzioni a sua figlia, avuta dalla relazione con l’ex fidanzata, compagna della vittima. Merlino è stato rintracciato la sera stessa nelle campagne di Terrauzza per poi costituirsi in Questura.
La dinamica e il movente
Alle ore 16 di lunedì 13 febbraio 2023, in via Grottasanta, il pregiudicato di 50 anni, Salvatore Di Fede, siracusano, ricercato dalla polizia per evasione, veniva attinto da diversi colpi di arma da fuoco ad entrambe le gambe, esplosi da un uomo che, giunto sul posto a bordo di un’autovettura condotta da un complice, sparava sei colpi di pistola contro la vittima, ferendola ad entrambe le gambe.
Nella ricostruzione della polizia, a sparare sarebbe stato l’allora 38enne Merlino, il quale, nel corso del suo interrogatorio in Tribunale, avrebbe detto di aver agito perchè la vittima e la sua ex compagna avrebbero sperperato i soldi che lui avrebbe consegnato loro per il sostentamento della figlia avuta dall’indagato con quella donna. Esasperato per le privazioni della ragazzina avrebbe deciso di dargli una lezione.
In una successiva dichiarazione la signora L.M. (la ex dell’attentatore di via Grottasanta) avrebbe dichiarato che il Merlino non avrebbe mai versato un euro è tutto falso: «Il mio ex non ha mai versato alcun mantenimento per nostra figlia nonostante il provvedimento del Tribunale di Siracusa che a causa delle sue gravi pendenze penali, che lo vedono entrare e uscite dal carcere, ha disposto l’affidamento esclusivo di nostra figlia solo alla madre». Pertanto non corrisponderebbe a verità quanto dichiarato durante l’interrogatorio davanti al sostituto procuratore.
© RIPRODUZIONE RISERVATA