Oltre mille testimonianze in omaggio ad Antonello oggi al Museo Bellomo. Una protesta civile senza precedenti, un segnale che deve far riflettere su cosa i cittadini si aspettano dalla politica e dalle istituzioni.
Il prof. Paolo Giansiracusa rilancia la sua battaglia per contrastare l’ipotesi che il quadro «L’annunciazione» di Antonello da Messina vada in tour per arricchire mostre d’arte allestite in giro per l’Italia. Questa mattina dalle 9,30 presidio al Museo Bellomo per rinnovare il nostro legame con la nostra storia, la nostra cultura. Il prof. Paolo Giansiracusa ha presidiato la tela di Antonello invitando i siciliani, i siracusani, a garantirne l’inamovibilità. I siracusani hanno risposto all’appello per la difesa del quadro.
«L’assessore regionale ai Beni culturali, Tusa, deve dirci con schiettezza a chi sta facendo un simile regalo che nuoce al dipinto – dice Giansiracusa – adesso sembra che, oltre al trasferimento a Palermo per essere esposto in una mostra, ci sia pronta anche la destinazione di Milano. Non si vuole comprendere che la tela Antonelliana è molto fragile e questi viaggi comportano di certo un ulteriore stress all’opera che potrebbe riportare ulteriori danni».
Già nel recente passato il dipinto di Antonello da Messina ha dovuto sopportare spostamenti importanti, l’ultimo dei quali a Palazzolo Acreide per es- sere esposto in un luogo pubblico. «Non sappiamo quali siano i tre dipinti promessi in cambio – continua Giansiracusa – ma stia certo l’assessore Tusa che nessuno dei siracusani vuole che il dipinto lasci la teca in vetro in cui è custodito a palazzo Bellomo per abbellire mostre e accontenare qualcuno». Giansiracusa si dice pronto a resistere in tutti i modi.
«Non vorremmo che qualche funzionario dei beni culturali, per salvaguardare il proprio posto di lavoro, consentisse il trasferimento del dipinto anche di notte». Stiano certi costoro che saremo in tanti a opporci a quest’ipotesi anche a costo di fare le barricate davanti al museo». L’Annunciazione di Antonello da Messina è un dipinto del 1474 traumaticamente trasferito dalla tavola alla tela a causa dell’assoluta inconsistenza strutturale del supporto ligneo.
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