I giovani sono sempre più arrabbiati e insoddisfatti, manifestando una ribellione interiore che spesso non riescono a controllare. Questo si traduce in comportamenti violenti, sia fisici che verbali che coinvolgono indistintamente tutti, sia a scuola che in famiglia. Molti ragazzi non trovano risposte ai loro numerosi interrogativi. Non vengono ascoltati, non hanno modelli da seguire, né obiettivi da perseguire. Di conseguenza, al primo rifiuto o ostacolo reagiscono con aggressività.
Dove cercare allora le risposte?
Il nucleo familiare, senza dubbio, ricopre un ruolo essenziale. Essendo il primo presidio educativo, tutto ha origine da questa micro società. Se la famiglia non risponde alle esigenze e ai bisogni dei figli, la comunità si trova ad affrontare un problema grave. E quando la famiglia non è presente nella vita del figlio o delega ad altri il compito di colmare un vuoto che solo essa può realmente riempire, si creano conflitti che si ripercuotono in vari aspetti della vita dei giovani. Conflitti che alimentano sentimenti di insoddisfazione, rabbia e solitudine. Non a caso lo psicanalista britannico John Bowlby, con la sua teoria dell’attaccamento, sostiene che un legame sicuro in famiglia favorisce uno sviluppo emotivo e sociale, al contrario si possono generare sentimenti di insoddisfazione e difficoltà nella gestione delle relazioni.
Senza una guida stabile e senza valori trasmessi fin dall’infanzia, i ragazzi possono sentirsi abbandonati e confusi, privi di punti di riferimento chiari. Questo vuoto, sia affettivo che valoriale, può sfociare in comportamenti impulsivi o violenti, che diventano l’unico modo per esprimere il disagio interiore.
Studenti che aggrediscono insegnanti, figli che uccidono genitori e fratelli, amici che si eliminano a vicenda per gelosia o competizione, armi che si trovano per strada. È il caso di dire: non c’è più mondo!
Anche la scuola gioca un ruolo cruciale. Questa dovrebbe rappresentare un luogo di crescita non solo dal punto di vista cognitivo, ma anche emotivo e sociale. Tuttavia, il sistema scolastico si concentra spesso esclusivamente sugli aspetti apprenditivi, trascurando tutte le altre sfere. Un modello educativo incentrato unicamente sul rendimento accademico, ignorando i bisogni relazionali ed emotivi, può risultare sterile e alienante. In questo contesto, molti giovani si percepiscono come numeri e non come persone, aumentando il senso di isolamento e disagio.
La società contemporanea inoltre, propone modelli spesso fuorvianti, focalizzati sull’apparenza, sul successo immediato e sul consumismo. Questi elementi creano aspettative irrealistiche, alimentando un’insoddisfazione cronica.
I giovani, bombardati da immagini di perfezione sui social media, si sentono inadeguati e incapaci di raggiungere tali standard. Questo senso di frustrazione si trasforma facilmente in rabbia, che spesso non sanno come gestire e sfocia nei comportamenti violenti che, negli ultimi mesi, sono in netto aumento.
È necessario quindi, un intervento congiunto da parte di famiglia, scuola e società. La famiglia deve tornare a essere un punto di riferimento stabile offrendo amore, ascolto e un ambiente accogliente in cui i ragazzi possano esprimersi liberamente, certi di trovare sicurezza e sostegno. La scuola deve aprirsi ancor più al territorio, con personale motivante e competente. La società infine, dovrebbe proporre modelli più autentici e accessibili, valorizzando l’individualità e il rispetto reciproco, anziché inseguire ideali irraggiungibili.
In conclusione, basta con la pedagogia spicciola e il tentativo di giustificare i giovani per i loro atti malsani e aggressivi. Per contrastare la crescente rabbia e insoddisfazione tra i giovani, è fondamentale il rispetto delle regole. Tra l’altro se i giovani non comprendono l’importanza del loro rispetto, è perché non le hanno interiorizzate.
Tutti gli attori coinvolti devono assumere le proprie responsabilità. Solo così sarà possibile offrire ai giovani le risposte e i riferimenti di cui hanno bisogno, aiutandoli a crescere in modo cosciente ed equilibrato. Questo consentirà loro di diventare adulti consapevoli, capaci di affrontare le sfide della vita con maturità e rispetto verso se stessi e gli altri.
Gabriella Fortuna
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