Abituati all’aria incandescente del derby, piccolo o grande che sia, snobbato o temuto, come quello con la Sicula Leonzio, ci viene difficile pensare a come il Siracusa sarà costretto ad affrontarlo con mezza squadra con le valigie in mano e quindi con scarso interesse ad impegnarsi per una causa che non sente sua.
Sono una dozzina gli indiziati di lasciare il Siracusa, fra i quali i due portieri Gomis e Messina, frutto di un passaggio di proprietà estivo troppo veloce per badare a sciocchezzuole come l’adattabilità di un gruppo di onesti pedatori a un campionato di caratura superiore, o come l’importanza di trattenere seri professionisti come Spinelli e Giordano.
Ad aggravare la situazione arrivava la contestazione di un’esigua minoranza per Pagana che, messo con le spalle al muro si faceva signorilmente da parte, privando il gruppo proveniente dal Troina dell’unico elemento in grado di elevarne il rendimento grazie alla conoscenza dei limiti individuali che hanno fruttato nove dei dodici punti guadagnati sul campo.
Ma può essere che nessuno nella nuova società si sia accorto del cumulo di errori che si stavano commettendo per mettere in guardia quella persona perbene che è Giovanni Alì, costretta con la riapertura delle liste a rifare pressoché ex novo la squadra?
E intanto è già cominciato il fuggi fuggi dalle retrovie della classifica, di squadre anche mediocri che si stanno allontanando dalla zona pericolo, in cui invece continua a restare il Siracusa alla vigilia di una partita che, se perduta o anche pareggiata, può solo aggravare la situazione ad onta di una fumosa ipotesi di allargamento societario messa in circolo in questi giorni.
A questo punto le possibilità di superare la Sicula Leonzio, che pur reduce da tre consecutive sconfitte, è squadra coriacea e irriducibile, non dipendono più dalle strategie del tecnico Pazienza, bensì da chi in seno alla società si assumerà il ruolo di motivatore per creare nei giocatori che saranno mandati in campo le premesse per un auspicabile scatto di orgoglio che compensi il disorientamento e l’anarchia tattica di cui sembra preda la squadra.
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