Estorsione Synergo ai danni di un imprenditore di Gela, la difesa dei sindacalisti Roberto Getulio e Marco Faranda non faranno ricorso al tribunale del Riesame di Catania. La decisione è motivata dalla circostanza di avere dato agli inquirenti degli elementi in grado, secondo i difensori Glauco Reale e Sebastiano Ricupero, di scagionare del tutto gli indagati.
Il denaro trovato dalla polizia nella disponibilità dei due sindacalisti fermati due settimane fa in viale Scala Greca non sarebbe, secondo i legali dei due sindacalisti, la prova della tangente, come sostenuto dai magistrati al fine di impedire le proteste dei lavoratori della Set Impianti, le 3000 euro sarebbero un acconto della somma: 30 mila euro, che la Consorzio Sinergo avrebbe dovuto dare agli operai.
Roberto Getulio e Marco Faranda a quanto pare insistono sul fatto che l’impresa, subentrata alla Set Impianti dopo un’ast a giudiziaria, non abbia mai erogato alcun tipo di bonifico così come pattuito secondo gli accordi sottoscritti nella sede di Confindustria.
Le indagini svolte dalla Squadra mobile hanno tratto spunto dalla denuncia del titolare della Consorzio Synergo che alla polizia avrebbe assicurato di essere stato pressato perché pagasse per ottenere la pace sindacale. Una versione diametralmente opposta a quella indicata, nel corso degli interrogatori in tribunale, dagli indagati, al punto che il giudice per le indagini preliminari ha dato mandato alla Procura per un supplemento di indagini. L’obiettivo degli inquirenti, coordinati dal sostituto Gaetano Bono, è di accertare se davvero ci sono stati degli accordi leciti per quei 30 mila euro, per questo motivo sono state avviate delle perquisizioni, tra cui nella sede della Fiom che ha comportato l’iscrizione nel registro degli indagati del segretario provinciale dei metalmeccanici Antonino Recano, poi autosospesosi dalla carica.
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