Annullato con rinvio al tribunale della Libertà l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Salvatore Bosco, 33 anni, di Pachino (Siracusa), la decisione è stata presa dai giudici della Prima sezione della Corte di Cassazione.
Nei prossimi giorni si conosceranno le motivazioni dell’annullamento e gli atti saranno inviati per un nuovo esame al Tribunale del Riesame di Catania che dovrà decidere entro dieci giorni secondo le indicazioni suggerite dai giudici della Corte di Cassazione. L’operazione “Araba Fenice” apre uno squarcio su interessi illeciti attorno alla gestione dell’appalto dei rifiuti.
Salvatore Bosco, arrestato nel gennaio del 2016, è accusato dai magistrati della Procura distrettuale di Catania di aver incendiato un mezzo appartenente ad un’impresa, la Dusty, che gestisce il servizio della nettezza urbana a Pachino, con l’aggravante di aver favorito la cosca catanese dei Cappello.
Nel mese di luglio fu eseguito l’arresto del 33enne Salvatore Bosco, ad oggi detenuto nella casa circondariale Bicocca di Catania, con altre 18 persone, tutte coinvolte nell’operazione denominata “Araba Fenice” coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania che ad oggi ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a tutti e 30 gli indagati e dato seguito alle richieste di interrogatorio di alcuni degli arrestati che ne hanno fatto istanza.
Bosco, nei giorni scorsi, è stato destinatario insieme ad altre 29 persone di un avviso di conclusione indagini per associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta Araba Fenice, per cui e’ in carcere, dal nome dell’attivita’ imprenditoriale, riconducibile al presunto boss di Pachino, Salvatore Giuliano, per la vendita di prodotti agricoli, capace, secondo la polizia e la Dda di Catania, di condizionare il mercato ortofrutticolo della zona grazie al suo potere intimidatorio. Nei prossimi giorni saranno rese note le motivazioni della decisione assunta dalla Cassazione.
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