Siracusa si prepara a dire basta alla malamovida alimentata dai distributori automatici aperti 24 ore su 24. Dopo i provvedimenti già adottati da Ragusa, Termini Imerese e Vittoria, anche il capoluogo aretuseo si unisce alla lista dei Comuni siciliani che intendono frenare la proliferazione delle macchinette di bibite e snack, spesso punto di ritrovo notturno di giovani che trasformano le vie cittadine in teatri di schiamazzi, degrado e risse.
Il sindaco Francesco Italia ha già pronta una bozza di ordinanza restrittiva. L’obiettivo è chiaro: “Agire in alcuni quartieri per salvaguardare il decoro urbano e prevenire situazioni che degenerano in disturbo della quiete pubblica. Non possiamo permettere che i ragazzi inizino a bere alcolici già nel pomeriggio davanti a questi punti vendita automatici”.
Un provvedimento che si inserisce in una tendenza ormai diffusa in tutta la Sicilia. Il primo caso fu quello di Ragusa, lo scorso giugno, seguito da Termini Imerese e più di recente da Vittoria, dove i sindaci hanno imposto limiti di orario o addirittura il blocco di nuove aperture per arginare le notti fuori controllo. Ora anche Carini si prepara ad agire: il sindaco Giovì Monteleone ha annunciato che “qualcosa verrà fatto, in modo che non sia impugnabile. In tutti e tre i distributori della città si verificano episodi di vandalismo e disturbo”.
A preoccupare i sindaci non è solo il rumore, ma anche il crescente degrado urbano: bottiglie rotte, muri imbrattati, rifiuti lasciati a terra. A Carini, ad esempio, un episodio di plastica bruciata sulla scalinata storica che porta al Castello La Grua-Talamanca è diventato simbolo della situazione ormai fuori controllo.
Anche Menfi studia un intervento specifico: il primo cittadino Vito Clemente intende estendere ai distributori automatici il divieto di vendere bevande in vetro, già in vigore per bar e locali. «Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni di schiamazzi notturni e vogliamo prevenire il rischio di danneggiamenti o incidenti», spiega.
Non tutti, però, condividono la linea dura. Il segretario regionale dell’Anci, Mario Emanuele Alvano, invita a distinguere caso per caso: «Il fenomeno degli H24 è molto diverso a seconda dei contesti. In alcune città possono generare criticità legate alla sicurezza, ma in piccoli centri restano un servizio utile, soprattutto per chi ha orari di lavoro particolari o per gli anziani».
Un esempio arriva da San Marco d’Alunzio, nel Messinese: il sindaco Filippo Miracula difende il distributore automatico installato nel suo paese di 1.800 abitanti. «Da noi è un punto d’incontro, un presidio sociale. Permette a chi lavora presto di prendere un caffè e agli anziani di ritrovarsi. Qui non ha nulla a che vedere con la malamovida».
A Siracusa, però, il clima è ben diverso. Tra Ortigia, la Borgata e il quartiere Akradina, le segnalazioni di residenti esasperati si moltiplicano: risse notturne, bottiglie di birra abbandonate, danneggiamenti. L’ordinanza annunciata dal sindaco potrebbe essere il primo passo verso una stretta più ampia contro una movida che, da fenomeno di aggregazione, rischia di trasformarsi in una piaga per la città.
Le zone calde della malamovida siracusana
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Ortigia: residenti stremati da urla e musica fino all’alba, rifiuti e bottiglie lasciate lungo via Cavour e piazza Archimede.
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Borgata: segnalazioni di giovani che si radunano davanti ai distributori automatici in via Piave e corso Umberto, con danneggiamenti a fioriere e portoni.
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Akradina: schiamazzi e micro-risse nei pressi dei distributori di via Necropoli Grotticelle; più volte richiesto l’intervento delle pattuglie di polizia.
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Fontane Bianche e Belvedere: nei weekend estivi, i distributori diventano punti di ritrovo notturni fuori controllo.
Le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli nelle aree più critiche, ma i residenti chiedono «una linea più ferma, anche contro chi lascia aperte le macchinette fino all’alba».
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