Siracusa. Cure ‘disumane’ all’Asp, 11enne rinchiuso in psichiatria. Cannata (FdI): «Servono responsabilità e verità»

di Redazione

Un fatto sconcertante, in merito al ricovero di un bambino nel reparto di psichiatria per adulti, il parlamentare Luca Cannata annuncia di aver chiesto anche alla Regione Siciliana e al Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza di attivarsi immediatamente per le verifiche di competenza: "Difendere i minori e la loro dignità è un dovere morale e istituzionale. Continuerò a seguire questa vicenda fino a quando non verrà fatta piena luce”

In foto: l’on. Luca Cannata, vicepresidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati

“Un bambino trattato “come King Kong”, rinchiuso in un reparto di psichiatria per adulti. Un fatto gravissimo, che non può essere archiviato come una normale prassi medica”. Lo dichiara l’on. Luca Cannata, vicepresidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, dopo aver presentato una nuova nota ufficiale all’Asp di Siracusa per chiedere piena chiarezza e l’individuazione delle responsabilità legate al caso del minore di 11 anni ricoverato nel reparto SPDC dell’ospedale di Siracusa.

Dalla stessa risposta del Direttore Generale dell’ASP emerge un fatto sconcertante: “il bambino non veniva più gestito in pediatria e si è deciso di trasferirlo nel reparto psichiatrico per adulti, come se fosse una ‘forza incontrollabile’ invece che un minore spaventato e in difficoltà. È un fatto disumano e inaccettabilecommenta Cannata – che il direttore generale abbia condiviso un simile percorso, avallando una scelta che viola ogni principio di tutela dei minori e di umanità nella cura”.

L’esponente di Fratelli d’Italia precisa che il caso è già stato trasmesso al Ministero della Salute e annuncia di aver chiesto anche alla Regione Siciliana e al Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza di attivarsi immediatamente per le verifiche di competenza. “Non si può chiudere un occhio davanti a simili episodi – aggiunge Cannata –. Qui non parliamo di un problema clinico, ma di una cultura che dimentica che i bambini vanno protetti, non temuti. Un bambino di undici anni non può essere trattato come una minaccia, ma come una persona da comprendere e aiutare.

Difendere i minori e la loro dignità è un dovere morale e istituzionale. Continuerò a seguire questa vicenda fino a quando non verrà fatta piena luce e non sarà garantito che simili episodi non possano più ripetersi”, conclude Cannata.

27 Ottobre 2025 | 12:50
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