
C’è malessere generale nella popolazione siracusana dove negli ultimi tempi si è sviluppata una campagna per chiedere le dimissioni del sindaco Francesco Italia con una serie di motivazioni. Alcune lo sono e altre no, come sempre.
Domenica mattina infatti alcune centinaia di siracusani sono scesi in piazza Duomo ed chiesto le sue dimissioni sotto gli occhi di decine e decine di turisti che filmavano affascinati gli striscioni che volevano che Francesco Italia tornasse alle sue origini milanesi dove era stato bene per 35 anni fino a venire a Siracusa dove ci sono le radici familiari, disgraziatamente per i siracusani non in vendita, per massacrare la più bella città di Sicilia (citazione Cicerone).
Il problema è che chiedere, escluso gravi fatti di straordinaria gravità e di competenza della magistratura, le dimissioni di un sindaco eletto per cinque anni dai cittadini potrebbe incorrere in un errore, soprattutto una violazione dei principi della democrazia delegata.
Una cosa è contestare a un sindaco comportamenti amministrativi sbagliati o addirittura, in casi assolutamente estremi, anche ricorrere alla magistratura contro atti che non si ritengano leciti; un’altra è chiedere che si ritiri.
Insomma una cosa è fare l’opposizione, attività sacrosanta e fondamentale in democrazia, altra cosa è chiedere inverosimili dimissioni.
Un presunto sindaco dittatore che non è abituato alla minima protesta popolare e la stampa amica che lo agevola nel suo compito.
Un sindaco per legge ha il diritto indiscutibile di governare per cinque anni. I cittadini che lo hanno votato gli hanno consegnato questo diritto e possono toglierglielo solo alla scadenza del mandato, oppure con atti gravi con l’intervento della magistratura.
Peraltro non si comprende a chi viene fatta la richiesta. Al sindaco Italia? Si chiede un pentimento solenne? O Ai consiglieri di una maggioranza blindata?
Insomma si fa una richiesta sapendo che non sarà esaudita. Che senso ha?
Domenica mattina in piazza Duomo sono stati notati i vigili urbani che hanno contestato addirittura le parole delle striscione visto che il sit in era regolarmente autorizzato e le parole comunque pacifiche non erano certo di competenza dei vigili urbani.
Domenica mattina sul ponte santa Lucia la Ztl ‘a manetta’, a quanto pare anzi tempo dice qualcuno, per intralciare comunque gli interessati alla manifestazione. Sono forme di estremismo particolarmente convenienti e rafforzanti per quelli contro i quali vengono esercitate.
Nel caso delle dimissioni del sindaco di Siracusa, la protesta rimarrebbe, al momento, esclusivamente a livello mediatico, in quanto la presenza alle due manifestazioni convocate: sabato sul ponte ciclopedonale è stata pressoché irrilevante per avvertire la popolazione per il giorno successivo in piazza Duomo.
Il nostro quotidiano ha in più occasioni criticato l’operato del sindaco Italia del quale non abbiamo mai particolarmente apprezzato la conduzione politica e amministrativa della città.
Tanti sono quelli che consideriamo difetti politici e persino caratteriali.
Prima di tutto la difficoltà a confrontarsi, poi il vedere dovunque oppositori fantasma anche dove non ci sono, e soprattutto la sensazione che dà agli interlocutori, certamente in modo involontario, di pensare di avere sempre ragione.
Dal 2015, periodo del sindaco Garozzo, non c’era una protesta di 400/500 persone in piazza Duomo, davanti al palazzo municipale. Domenica comunque erano presenti i rappresentanti di diversi partiti che comunque hanno preferito partecipare senza nessuna bandiera di schieramento. E’ solo un primo passo, per i partecipanti il sindaco Italia deve andare via e gli organizzatori, sempre pacificamente, denunciano il degrado di Siracusa che dura da 12 anni, sempre ultima nelle classifiche sulla qualità della vita dei capoluoghi italiani.
Sul piano amministrativo, basta citare invece, uno per tutti, l’inutile eccesso di piste ciclabili che rallentano l’intera città.
Qualunque sia il verdetto, il giudizio finale per la sua Amministrazione, spetta ai cittadini e non ahimé, ai pochi manifestanti isolati dalla società civile, dalle associazioni e dai partiti della città.
La manifestazione? Salvo Salerno: «Un gesto di provocazione di senso simbolico»
E’ eloquente la nota dell’avvocato Salvo Salerno: «Stiamo attenti a non perdere di vista il punto focale della manifestazione. Che non è la simbolica richiesta di dimissioni del sindaco. E non è neppure il numero di partecipanti.
«La vera novità di simili manifestazioni è che nei quartieri di Siracusa, i cittadini si sono organizzati in Comitati ai sensi dello Statuto comunale. Si diceva un po’ pelosamente che il Comitato ‘Ortigia Sostenibile’ avesse un’azione limitata alla sola Ortigia e trascurasse gli altri quartieri della Città, ma era un ragionamento sbagliato e strumentale, perché un Comitato spontaneo deve sorgere sul territorio e i suoi problemi concreti e non per delega. E così è stato. I semi di ‘Ortigia Sostenibile’ sono germogliati in modo spontaneo e democratico.
«Ora occorre coordinare queste realtà associative in una linea politica comune, e mettersi a fare conflitto democratico, utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione dalla Legge e dallo Statuto Comunale.
«A maggior ragione quando i cittadini hanno finalmente preso atto che i consiglieri comunali, domenica non a caso assenti, non hanno intenzione di supportarli e rappresentarli nei confronti dell’Amministrazione attiva, sulla quale sono appiattiti, per motivazioni che è inutile ripetere.
«Premetto che non sono tra gli organizzatori e che considero la richiesta di dimissioni del sindaco Italia, non tanto un concreto atto politico, ma un gesto di provocazione di senso simbolico. Per quanto mi riguarda ho parlato come ospite e ho fatto il mio intervento sulla piena legittimazione dei cittadini a usare gli strumenti partecipativi previsti dalla Legge e dallo Statuto comunale, saltando il Consiglio comunale in quanto ha dimostrato di essere appiattito sul sindaco.
«Quindi tutti gli istituti di partecipazione che abbiamo usato in dieci anni di ‘Ortigia Sostenibile’, come per esempio il diritto di udienza, utilizzato anche dal Comitato per l’abbattimento del Talete.
«Inoltre, ed è il secondo pilastro della azione politica, ho proposto di riunire tutti i Comitati cittadini fin qui sorti, ad unirsi in un coordinamento politico.
«Questa è proprio la mia idea, proposta sul social da alcuni mesi. Il coordinamento e la condivisione almeno degli obiettivi comuni renderà i Comitati più forti davanti al Vermexio.
«Questo è stato il senso del mio intervento. Mettiamoci al lavoro».
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