Le Fate e i folletti Ignoranti» non è la nuova serie originale disponibile su Disney + e non è soprattutto riferita alle donne e uomini siracusani.
Il nostro editoriale, come in un film del neorealismo: ‘Siracusa città aperta’ (la trilogia della politica disfattista), una analogia come nel titolo ‘Roma città aperta’ (la trilogia della guerra antifascista – 1945) di Roberto Rossellini; tranne per alcuni aspetti del nostro editoriale che fanno riferimento alla fantasia dell’autore.
Il racconto è ambientato esclusivamente a Siracusa. Sono numerosi i luoghi della Capitale della Magna Grecia, oggi maltrattata, oltraggiata e violentata dagli attuali amministratori e a volte dagli stessi cittadini con la quasi disconosciuta «idendità siracusana», che si può riconoscere nella disquisizione di un’istruttoria legale sul diritto alla città.
Riflettori puntati sulla città e nel quartiere Ortigia dove fin dall’inizio dell’estate sono organizzate e concentrate a pioggia numerose manifestazioni a tema soffocando il centro storico senza una seria e arguta programmazione, lasciando al fato la realtà dei luoghi.
Il centro storico adesso conta poco più 5 mila abitanti. Un transfuga di cittadini. Un massacro. Ortigia trasformata in una casa museo senza peraltro avere nessun beneficio economico come quella tal sfilata di moda degli amici del sindaco. Mah. Si rimane basiti nel modo di gestire la città!
I Siracusani devono liberarsi dalle vecchie idee del Ventesimo secolo. Devono liberarsi delle scorie passate e recenti che minano la memoria e la storia. Sono soltanto vecchie idee di cui i Siracusani non hanno più bisogno, come non hanno più bisogno di presunti candidati sindaci senza arte ne parte, che vivono di sogni che s’infrangono nella realtà quotidiana dell’inesperienza lavorativa. Uomini incapaci di allacciarsi neanche le scarpe.
Così come ci fu un Rinascimento dopo il Medio Evo che produsse un nuovo pensiero, bisogna lanciare un appello ai Siracusani: ‘guerriglieri rivoluzionari unitevi’ alla lotta degli ideali e ai diritti, contro i soprusi della politica di oggi, per affrontare una nuova realtà e non lasciare la soluzione ai politici irresponsabili, non solo di oggi ma anche del passato, della ‘catastrofe Siracusa’, politiche che abbiamo conosciuto che erano superate allora come sono superate soprattutto adesso.
Siracusa ha bisogno di un nuovo vero rinnovamento di idee, nuovi progetti reali e futuri: una vera Rivoluzione Culturale. Siracusa deve guardare alla sua Rivoluzione: al futuro.
Il territorio, formatosi nel secolo scorso a macchia di leopardo con tante periferie, deve essere omogeneizzato. Siracusa accusa la malattia patologica degenerativa del proliferare di aree urbane marginali, dove non sono state adottate azioni volte a rivitalizzarle e a recuperarle, anzi ai margini della società di serie B.
Con un nuovo sindaco ‘gladiatore’, anche se brizzolato, con idee che sembrano fari luminosi che guardano al futuro, si accendono ed illuminano la città; che possegga un curriculum vincente; che porti una ventata (un uragano) di entusiasmo, basta con questi ‘piccoli’ presunti giovani-vecchi, superati dalla loro stessa logica, che non hanno mai lavorato oppure impiegati che non mai rischiato la vita sulla propria pelle.
I Siracusani si chiedono, nella disamina dei nostri editoriali: «Possiamo credergli? Ci possiamo fidare?». Certo che Si!
La credibilità è una relazione attestata da molte prove concrete che abbiamo profuso in questi lunghissimi anni, quasi trenta, o sono ancora pochi per gli scettici? Crediamo di no. Suvvia, amici, lo sappiamo tutti che Siracusa ha molto da reinventarsi nei prossimi anni avvenire per le aree urbane marginali sviluppatasi negli anni 80-90 come Mazzarrona, Tivoli, Pizzuta, Tremilia, Contrada Isola e derivati, Arenella, Fanusa e prim’ancora Ognina e Fontane Bianche.
Il nuovo sindaco di Siracusa deve guardare molto all’integrazione territoriale come non hanno fatto, fallendo i suoi predecessori, ad iniziare con le frazioni di Belvedere e Cassibile, isolate e sofferenti di servizi.
Solo un sindaco gladiatore nella mente e nel cuore, un trascinatore di popolo, una persona che è nata e vive di comunicazione; coinvolgendo tutti, per risolvere questioni incancrenite nel tempo, nell’interesse della città.
Basta candidati medici, avvocati, filosofi, professori, affaristi e uomini vissuti all’ombra dei poteri forti della città, dalla serie: «‘Bisogna cambiare tutto per non cambiare niente’, così scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne “Il Gattopardo”».
A Siracusa non devono esistono cittadini di serie B delle periferie decentrate in cui abitano. La città va riconsiderata nel suo complesso, servizi, decoro e sicurezza vanno garantite al centro così come ai margini del suo perimetro urbano.
• Scuole e Asili Nido;
• Consorzio Universitario fallimentare che doveva servire alla costituzione di un centro studi accademico, dopo aver perso la facoltà dei Beni Culturali, la Facoltà di Architettura perde iscritti;
• Sanità con il nuovo ospedale e servizi decentrati;
• Ferrovie, il nostro territorio è isolato, anziché essere stazione di testa Siracusa e stazione morta;
• Viabilità in città: un disastro, strade e marciapiedi da rifare, viene difficile percorrere le vie della nostra città con semafori inservibili e rotatorie mal realizzate. Strade nuove.
• Verde pubblico da rifare ex novo e curare;
• Servizio Rifiuti è da ripensare nell’ottica dell’integrazione delle periferie abbandonate e di una città più pulita. Anche qui una serie soluzione.
• Nuovo Piano regolatore. L’ultimo risale nel 2004 redatto dal prof. Bruno Gabrielli entrato in vigore nel 2007. Un disastro, il sindaco era Titti Bufardeci, mentre il suo vicesindaco era Fabio Granata (il solito). Il Prg prevedeva un’edificazione di 2,2 milioni di mc. residenziali da realizzare essenzialmente all’interno della città consolidata o negli spazi interstiziali oggi liberi; furono individuate zone omogenee di tipo B e ambiti di nuova edificazione, per un totale di 1,4 milioni di mc. Altresì, comparti commerciali, direzionali e turistici per circa 360.000 mc. Quanti errori e indecisioni, senza una visione lontana di uno sviluppo sostenibile prospettico.
• Piano Regolatore del Porto inesistente e incompleto con il relativo porto. Il porto turistico Marina di Archimede morto sul nascere; il porto Spero bloccato da una politica ignavia;
• Piano particolareggiato di Ortigia, per il quale è stato fatto più volte revisione ma mai realizzato il vero PPO, mai stato portato in consiglio comunale e al quale sono stati spesi 300-400 mila euro. Le lacrime di coccodrillo sulla città le lasciamo per coloro i quali ancora aspirano inconcludentemente a progettare il futuro di Siracusa;
• Trasporti, siamo all’anno zero, il servizio Ast è lacunoso, senza orari, mezzi insufficienti, scadenti, inquinanti; trasporti marittimi; la linea ferrata provinciale dove sviluppare la Metropolitana di superfice quella cittadina smantellata miseramente per costruire un budello di strada intasata (sono nate dopo quelle: Messina, Palermo, Catania e adesso Ragusa che hanno ottenuto i finanziamenti);
• Nuova Via del Mare si è infranta sugli scogli della politica nefasta di ieri e di oggi;
• Area Artigianale, inesistente;
• Piano commerciale, piano utilizzo del demanio marittimo spiagge mai approdato al consiglio comunale, nuovo ospedale (?!?);
• Area attendamenti, container e centro operativo comunale di Protezione civile, lavori fermi con l’ignavia del sindaco pro tempore.
• Turismo. Siracusa deve fare i conti con un settore neofita, un cambio di passo radicale nel vedere cambiare la propria mentalità di approccio.
• Parcheggio Talete;
• Teatro Comunale;
• Waterfront Porto Piccolo;
• Waterfront Via Elorina;
• Tonnara S. Panagia;
• Luna park per i nostri piccoli cittadini;
E tanti altri argomenti importanti da mettere a fuoco in un programma ad alta intensità di crescita qualitativa e svolta per il futuro della città di Siracusa.
Una Rivoluzione culturale a Siracusa sarebbe salutare o forse sarebbe più opportuno gridare al mondo intero che Siracusa aspira ad una rivoluzione copernicana da fare tremare le vene ai polsi.
Ma ahimè i Siracusani forse non sono capaci? Non hanno coraggio? O forse taluni sono collusi con certi ambiti di potere politico, bravi solo a lamentarsi e dare la preferenza ai soliti ignoti-incapaci. Mah! Aiuto. Al solo pensiero stiamo male se questi progetti non si realizzeranno mai.
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