Il sindaco Francesco Italia in un’intervista non diceva altro: «Il mio sogno è stato sempre quello di rimuovere il cancello dell’area Castello Maniace che racchiude piazza d’Armi».
Adesso hanno eliminato il cancello preesistente per essere sostituito con un altro. Il cancello rimosso, che avevano ridotto ai minimi termini, era un cancello in acciaio cor-ten, un ferro invecchiato, arrugginito, che costa oggi un patrimonio. L’hanno dismesso e chissà in quale posto è andato a finire, perché poteva essere riparato, era un cancello pregiato, e l’hanno sostituito con un altro cancello di cattiva manifattura. In buona sostanza la Piazza d’Armi rimane sempre chiusa i cui ‘proprietari’ sono i soggetti del manufatto, cioè quella piazza non è fruibile per i siracusani che si fanno abbindolare. Per la felicità del sindaco. Quando dicono che la piazza è aperta è stata liberata, non è così, c’è sempre un cancello, è stato rimosso quello precedente pregiato ed è stato messo a dimora uno nuovo di manifattura scadente, per entrare si paga e poi comunque, i bene informati, dicono stanno venendo fuori parecchi problemi.
Le autorità preposte studiano le carte dal punto di vista giuridico, e a quanto pare, ci sono norme violate. Per l’opposizione: «La pubblica amministrazione ne avrebbe combinato di tutti i colori dove non ci metterebbe il naso nessuno, solo quelli che avrebbero interesse».
I fatti. Fin dall’inizio si presentano i ‘casini’. In primis la piazza non è un bene immobile, per cui quel bando non andava fatto. Dopo di che il modo con cui sarebbe stato realizzato il bando sarebbe pieno di errori, sarebbe pieno di irregolarità, non sarebbero rispettate le norme del codice degli appalti che loro richiamerebbero nelle leggi, nel bando stesso, non sarebbe rispettata la trasparenza, non avrebbero comunicato le modifiche al bando in corso d’opera. A chi giovava questo bando? L’opposizione avrebbe raccolto il materiale riguardante il bando e il manufatto per inviarle all’Anac con le relative osservazioni: insomma, per l’opposizione, per Forza Italia, è proprio palese.
E’ allo studio un ricorso al Tar proprio sul bando. Poi c’è la sovrintendenza che avrebbe fatto, a quanto pare, un mare di irregolarità, poi c’è il preliminare che i soggetti avrebbero preso in incarico, si sono aggiudicati il bando su idea progettuale che erano i gazebo, successivamente avrebbero costruito un’astronave, questo non sarebbe stato possibile. Per l’opposizione i soggetti avrebbero cambiato repentinamente gli esecutivi. Nella prassi normale si descrivere un progetto e si presentano pure degli schemi con un progetto con le tavole e le carte, poi quello che si sarebbe realizzato non può essere totalmente opposto. Insomma un pasticciaccio quello del manufatto al Castello Maniace che ha fatto la prima vittima eccellente: la sovrintendente Panvini, trasferita a Catania (per motivi contingenti) ma dobbiamo aspettarci altre sorprese; signori, fine della prima puntata della telenovelas siracusana.
G.B.
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