Un mix di vicende incredibili sullo sfondo di un grande momento esaltante della storia della città, l’inaugurazione della sala Ipostila del Castello Maniace, uno dei più importanti monumenti del periodo svevo a Siracusa e uno tra i più noti castelli federiciani. Quel maniero costruito nel 1038 dal comandante bizantino Giorgio Maniace, che gli arabi si impadronirono nella sconfitta di Siracusa fino al quel momento capoluogo di regione che trasferirono a Palermo, che tennero fino al 1087, quando furono sconfitti e cacciati dai Normanni.
L’assessore regionale ai Beni culturali Sebastiano Tusa e il dirigente generale Sergio Alessandro che hanno disposto un’ispezione, hanno deciso all’ultimo momento, declinare l’invito per motivi precauzionali, pur a malincuore all’evento, coinvolto in tante voci contrastanti, l’assessore Tusa per non essere ‘associato’, innanzitutto nello scandalo dell’orrenda struttura in essere in Piazza d’Armi che a giorni dovrebbe essere fruibile (?); di una istruttoria poco chiara oggetto di approfondimento degli ispettori della Regione, in quanto in un primo momento le indagini erano riferiti a difesa della sovrintendenza per delle presunte denunce di pressione subìti dalla stessa da terzi. Cosa è accaduto in prima istanza alla Sovrintendenza? Quali sono i fatti incriminati che hanno fatto scattare le denunce? Non è dato sapere. Cosa hanno da nascondere alla Sovrintendenza? E successivamente da un atto pro-ispettivo si sono invertite in atto inquisitorio, tale da indurre la stessa Sovrintendenza da qualche giorno a trasferire precipitosamente tutto quanto l’incartamento, oggetto d’inquisizione del manufatto di Piazza d’Armi, all’assessorato a Palermo. Secondo voi è così semplice come Ponzio Pilato lavarsene le mani in 4 e quattrotto? Certo che no! La Procura ha in corso un’inchiesta, vi è anche in essere la richiesta del Comitato Parchi di accedere agli atti relativi alla costruzione del punto di ristoro in piazza d’armi al castello Maniace e fino adesso gli è stata negata.
Cosa si nasconde dietro questa misteriosa operazione? Saranno gli inquirenti a scoprire l’arcano, se ci sono responsabilità i giudici vorranno vederci bene.
Ritornando all’assessore Tusa, non è messo bene nell’aspetto morale della vicenda, nei confronti in primo luogo con la città di Siracusa alla quale ha mancato e continua a mancare di rispetto, nel rapporto con il suo ‘fraterno amico Fabio Granata’ il quale lo ha appoggiato nella campagna elettorale per poi prendere le distanze quando si è associato alla linea del centro sinistra; per la sovrintendente Rosalba Panvini che prima l’ha elogiata come una delle migliori dirigenti del settore, per poi rinnegarla dopo quando è scoppiato il bubbone. Un’inaugurazione al veleno che è stata voluta dalla sovrintendente Panvini per addolcire o mistificare il grave atto invasivo compiuto?
Non rimare solo da gustare il fatto storico di riappropriarsi un grande bene che solo lo stesso si è saputo guadagnare, riguardandosi da certi personaggi siracusani che anziché proteggere e riservare invece non riescono ad apprezzare i luoghi preziosi che i nostri avi ci hanno lasciato è come dei mecenati hanno svenduto.
G.B.
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