C’é davanti una montagna da scalare, e questo Everest è l’avversario più difficile con cui in queste ore ci si possa confrontare: la sfiducia.
Lo 0-4 di una settimana fa è una ferita che sanguinerà a lungo se ognuno si rifiuterà di fare responsabilmente la propria parte. E per ognuno intendo proprio tutti, dai giocatori ai capintesta Montagno e Ricci, alle prese in questi giorni amarissimi con il potenziamento tecnico e societario del progetto. Tra poco più di una settimana sarà mercato di riparazione, ed è già papabilità azzurra a manetta. Ma per poter ottenere un saldo attivo vincente, è fondamentale che Cacciola basi la filosofia del gruppo in ricostruzione sui principi della fame e della fama: fame di successo e coscienza del blasone di cui ci si fregia, che per quanto liso e impolverato merita attenzione, professionalità, rispetto per l’ambiente e i propri compagni, elementi indispensabili per interpretare al meglio il gioco di squadra.
A proposito di stati d’animo, Montagno guarda speranzoso alla gara di oggi, definendola quasi una finale. Una finale, certamente, una delle tante che attendono gli azzurri da qui a metà aprile, per un torneo ancora tutto da giocarsi. Tra i convocati c’è Gigi Ricca, che rientra dopo tre incredibili giornate di squalifica, di certo arma di grande efficacia per le soluzioni d’attacco predisposte dallo squalificato Cacciola e messe in atto da Rapisarda. Inutile esprimersi per il Milazzo così come lo si è fatto per altre formazioni di pari livello: la storia del campionato che si sta scrivendo dice che se si sbaglia l’approccio la gara va in malora. Fame allora, dal primo istante e per tutta la gara, e niente inutile, dispendiosa rabbia, please.
Fronte ‘giudiziario’
Oggi niente seguito siracusano a Milazzo, mentre sul De Simone incombe la disputa di una gara a porte chiuse, tutto ciò per via dei tafferugli con gli ultras barcellonesi. Ancora però nessuna decisione ufficiale è stata presa dalle autorità di vigilanza, pertanto l’augurio è che chi deve decida in questo turbinio d’acque col portolano in mano, manuale basato sull’esperienza, l’osservazione e il buon senso, parametri utili a non penalizzare chi niente ha a che fare con questi episodi.
Il presidente Montagno: “È quasi come una finale”
“A Milazzo è quasi come se fosse una finale”. Ne è convinto il presidente Salvo Montagno che, alla vigilia del match valido per l’undicesima giornata del campionato di Eccellenza, carica così la sua squadra: “Portare via i tre punti da questa gara sarebbe di vitale importanza per il prosieguo del campionato e sono certo – continua il massimo dirigente aretuseo – che la squadra ha le carte in regola per tornare alla vittoria.
In settimana, durante gli allenamenti, i giocatori hanno mostrato tanta grinta e determinazione e sono sicuro che questo spirito di rivalsa caratterizzerà la loro prestazione contro il Milazzo. Nulla è ancora perduto, la classifica è corta e basta poco per rientrare in gioco. Dobbiamo solo crederci, affrontando da ora in poi tutte le gare al massimo delle nostre possibilità”.
Per quella di domani il tecnico Cacciola (che in panchina sarà sostituito ancora dal suo vice Rapisarda), recupererà il centrocampista Ricca, al rientro da tre giornate di squalifica. Non ci sarà invece Maiorano, messo fuori rosa dalla società dopo un post pubblicato sui social in cui polemizzava con il Siracusa Calcio.
“La sua è stata una caduta di stile che non mi sarei aspettato da un professionista serio come lui – sottolinea il presidente -. La società si è sempre comportata bene nei suoi confronti ed è il motivo per cui trovo fuori luogo dichiarazioni del tutto prive di fondamento”.
In merito alla chiusura al pubblico del “De Simone” per la prossima gara casalinga contro l’Acicatena, questo il commento di Montagno: “Si penalizza una società che non ha alcuna responsabilità su quanto avvenuto domenica scorsa. Mi auguro che il provvedimento possa rientrare e lo stadio possa essere aperto ai nostri tifosi”.
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