Crescono le persone beneficiarie del Rdc a Siracusa, lo scorso mese di luglio, mentre all’Inps continuano a pervenire nuove richieste e rinnovi si sono attestati a 38.821. I beneficiari in Sicilia sono stati 496.674, componenti di 210.131 famiglie.
Nonostante i controlli incrociati ‘Inps – Ministero della Giustizia’ gli esiti di queste verifiche consentiranno di disporre la revoca del Rdc eventualmente percepito ovvero di non riconoscere il beneficio.
Sulla corsa al Reddito di cittadinanza in Sicilia non ci sono controlli che tengano. Finita la sostanziale pausa di due anni che, in attesa del parere del garante della privacy, ha impedito l’incrocio dei dati, nell’Isola si è passati da 13.587 (fra revoche e decadenze) del 2019 e da 43.770 del 2020 a 67.179 del 2021 e ben 39.054 dei primi sette mesi di quest’anno. Praticamente, 163.590 in quattro anni.
Eppure, nonostante il rischio di denunce e arresti, nell’Isola aumentano i richiedenti e i percettori di Rdc sebbene le forze dell’ordine scoprano continuamente truffe. Lo scorso mese di luglio, mentre all’Inps continuano a pervenire nuove richieste e rinnovi, i beneficiari sono stati 496.674, componenti di 210.131 famiglie. Ma la cartina di tornasole si avrà il prossimo mese, quando tutti coloro ai quali scadrà il periodo di 18 mesi chiederanno il rinnovo.
Le persone attualmente coinvolte sono 35.359 ad Agrigento, 21.698 a Caltanissetta, 124mila a Catania, 11.043 a Enna, 46.351 a Messina, 161.970 a Palermo, 18.772 a Ragusa, 38.660 a Siracusa e 38.821 a Trapani. L’assegno medio è di 620 euro, ma si sa bene che nel caso di single con contratto d’affitto la cifra può arrivare fino a 1.300 euro. Ed è, secondo voci sempre più insistenti, lo stratagemma preferito dai giovani soprattutto nei piccoli paesi, dove fingono un distacco dalla residenza dei genitori trasferendosi in seconde case, per poi arrotondare il mensile con lavoretti in nero.
La soluzione proposta da alcuni partiti, cioè quella di mantenere il sussidio ai soggetti che dalla profilazione risultano non idonei ad essere avviati al lavoro, e di trovare un lavoro a tutti gli altri togliendo loro il Reddito di cittadinanza, si scontra con la sostanziale carenza di funzionamento dei Centri per l’impiego che dovrebbero, appunto, proporre un lavoro a questi soggetti. E, come detto, le nuove richieste continuano ad arrivare all’Inps, per cui è facile prevedere che l’anno si chiuderà con un ulteriore incremento rispetto agli anni precedenti.
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