
Le acque della nuova società idrica provinciale, Aretusacque, si fanno subito torbide. A pochi mesi dalla nascita dell’ente a maggioranza pubblica (51%) destinato a gestire per i prossimi trent’anni il servizio idrico integrato nel Siracusano, monta la polemica sulle nomine del Comitato di Sorveglianza.
Dietro la partita dei cinque componenti scelti dall’Assemblea dei sindaci lo scorso luglio si nasconderebbe un duro braccio di ferro politico, con accuse di spartizione e ombre di inconferibilità su alcune designazioni.
Centrodestra spaccato sulle nomine
A scatenare la tempesta è stato il malumore interno al Centrodestra siracusano: Fratelli d’Italia ha alzato le barricate contro le scelte imposte, secondo i meloniani, da Mpa e Forza Italia, con la sponda di Azione.
Il risultato è una “cinquina” di nomi che riflette più gli equilibri politici che la competenza tecnica, alimentando sospetti di lottizzazione e scambi di favori tra alleati.
Il caso Rabito: dimissioni lampo e norme a rischio
Al centro delle polemiche c’è Ivana Rabito, ex assessora del Comune di Pachino, indicata dal sindaco della città e considerata politicamente vicina all’onorevole Riccardo Gennuso, riferimento di Forza Italia nella zona sud della provincia. Il nodo, in questo caso, è giuridico: l’articolo 7 del decreto legislativo 39/2013, recepito dalla Regione Siciliana, vieta la nomina in enti pubblici o partecipati di chi, nei due anni precedenti, abbia ricoperto incarichi di giunta o consiglio comunale. La Rabito si è dimessa da assessora proprio il giorno della nomina in Aretusacque, un dettaglio che rischia di rendere inefficace la sua designazione. «La legge parla chiaro – spiegano alcuni legali – la decorrenza dei due anni non può essere elusa con dimissioni contestuali». Altri giuristi, però, invitano alla prudenza: «La norma non è automatica, spetta alla Prefettura o all’Autorità nazionale anticorruzione valutare la reale incompatibilità».
Carrubba, l’altro nome sotto osservazione
Dubbi emergono anche su un altro componente del Comitato, Massimo Carrubba, ex sindaco di Augusta e attuale capo di gabinetto del Comune di Melilli, dove il primo cittadino è Peppe Carta, potente deputato regionale del Mpa–Grande Sicilia. Il ruolo di Carrubba, che coordina l’attività del sindaco e partecipa alle decisioni strategiche, potrebbe configurarsi come incarico amministrativo di vertice, e quindi soggetto anch’esso ai limiti di inconferibilità. Gli esperti consultati non sono concordi: per alcuni, la posizione è “ai margini del rischio”; per altri, “il cumulo di ruoli in enti pubblici collegati rende la questione delicata”.
Gli altri componenti e le alleanze trasversali
A completare il Comitato ci sono figure che confermano la forte impronta politica della nuova governance.
Peppe Assenza, commercialista ed ex assessore al Bilancio del Comune di Siracusa, è stato eletto presidente: uomo di fiducia di Carta, nel 2023 fu persino indicato come possibile candidato sindaco del capoluogo.
Marco Cannarella, ex presidente dello Iacp, è legato al sindaco di Noto Corrado Figura, anch’egli vicino all’area Carta.
Chiude la cinquina Francesco Favi, avvocato e consigliere nazionale forense, noto per essere uno dei legali personali del deputato melillese. Un mosaico che, più che di rappresentanza territoriale, parla la lingua di equilibri interni e fedeltà politiche.
L’ombra del rischio domino
Le conseguenze, avvertono alcuni giuristi, potrebbero essere pesanti. Se anche una sola nomina fosse dichiarata inconferibile, l’intero atto potrebbe essere invalidato e costringere l’Assemblea dei sindaci a rifare tutte le designazioni. Un’eventualità che farebbe esplodere definitivamente la tensione in un sistema politico già lacerato dalle accuse reciproche di “occupazione delle poltrone”.
Trasparenza e legalità nel mirino
La vicenda riaccende il dibattito sulla trasparenza nelle società partecipate e sulla commistione tra politica e gestione pubblica.
Aretusacque, nata per garantire efficienza e controllo pubblico sul servizio idrico, rischia di partire con il peso di polemiche e ombre giuridiche che ne minano la credibilità prima ancora di cominciare. E mentre si attende un eventuale pronunciamento ufficiale della Prefettura o dell’Anticorruzione, nel Siracusano si moltiplicano le domande: la nuova stagione dell’acqua pubblica sarà davvero libera dai vecchi schemi di potere?
© RIPRODUZIONE RISERVATA