Siracusa. “Appena ti vedo, ti sparo”, spunta sms con minacce: il killer Mirabella davanti al Gip confessa l’omicidio di Pellizzeri

di Redazione

Durante l'interrogatorio, l'indagato ha raccontato al giudice: "Mi sono armato perchè temevo per la mia vita". L'autopsia farà chiarezza, gli inquirenti indagano su altri possibili coinvolti

In foto, da dx: l’ufficiale Giuseppe Pellizzeri, il killer Francesco Mirabella

Si è tenuta questa mattina l’udienza davanti al giudice per le indagini preliminari Andrea Migneco per valutare la convalida del fermo di Francesco Mirabella, 30 anni, commerciante accusato di aver ucciso Giuseppe Pellizzeri, 37 anni, ingegnere navale e ufficiale della Guardia Costiera. Il delitto è avvenuto martedì scorso, quando l’uomo è stato colpito con due proiettili.

Assistito dal suo legale, l’avvocato Antonio Meduri, Mirabella ha preso parte all’interrogatorio di garanzia, durato oltre un’ora, rispondendo puntualmente a tutte le domande poste dal giudice. L’indagato ha confermato la versione già fornita in precedenza ai magistrati, in particolare al pubblico ministero Stefano Priolo, subito dopo essersi consegnato spontaneamente presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Viale Tica.

Forti tensioni tra famiglie: la convalida del fermo

Al termine dell’udienza, Mirabella è stato riportato nel carcere di Cavadonna, a Siracusa, dove è detenuto dalla sera del 10 giugno. Il giudice Migneco ha fatto sapere che renderà nota la sua decisione sulla convalida del fermo entro domani mattina.

Durante l’interrogatorio, Mirabella — che risulta essere legato all’ex collaboratore di giustizia Rosario Piccione — avrebbe ammesso di essersi procurato l’arma usata nel delitto, una pistola poi recuperata in mare. Secondo gli inquirenti, l’ingegnere è deceduto poco dopo gli spari, mentre veniva trasportato in ospedale a bordo di un’ambulanza.

Dalle prime ricostruzioni emerge che tra la vittima e i familiari dell’indagato vi fossero già forti tensioni, soprattutto legate a una controversia economica riguardante un magazzino in affitto. Pare inoltre che ci fosse stato un alterco fisico tra Pellizzeri e il fratello di Mirabella, circostanza confermata da quest’ultimo, che ha dichiarato di aver deciso di armarsi per proteggersi.

Sms minaccioso: “Appena ti vedo, ti sparo in faccia”

Ulteriori dettagli sono emersi durante l’udienza: in particolare, pare che Mirabella avesse inviato un messaggio minaccioso via WhatsApp alla vittima, scrivendo “appena ti vedo ti sparo in faccia”. Il tragico incontro tra i due è poi avvenuto in un bar, dove il 30enne ha esploso almeno due colpi con una pistola calibro 7,65, colpendo Pellizzeri al petto. Alcuni testimoni affermano che la vittima avrebbe cercato di difendersi prima di crollare al suolo.

L’autopsia sul corpo dell’ingegnere non è stata ancora fissata, ma sarà cruciale per accertare le esatte cause della morte. Intanto le indagini proseguono: i carabinieri e la Procura hanno sequestrato diversi telefoni cellulari per verificare se ci siano altre persone coinvolte nei fatti.

13 Giugno 2025 | 20:40
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