Siracusa. Affonda la sostenibilità, fallisce la ‘politica green’ del sindaco Italia: spietato il dossier Legambiente

di Redazione

Incompetenza al potere, in fumo la retorica ‘verde’ del primo cittadino: mentre città virtuose confermano la loro leadership, Siracusa sprofonda all’81esimo posto perdendo ancora posizioni su scala nazionale. Piste ciclabili fantasma e ponte ciclopedonale inutile, politica incoerente sulla qualità dell’aria, traffico impazzito, nessuna visione ecologica e cittadini sempre più sfiduciati

Il nuovo rapporto Ecosistema Urbano 2025 di Legambiente e Ambiente Italia segna l’ennesima bocciatura per Siracusa e per l’amministrazione guidata dal sindaco Francesco Italia.

Mentre città virtuose come Trento, Mantova o Reggio Emilia confermano la loro leadership nel campo della sostenibilità, il capoluogo aretuseo crolla all’81° posto nazionale, perdendo ulteriori posizioni e dimostrando che i proclami “sull’ambiente sostenibile” e sulla “mobilità green” si sono tradotti in un fallimento sotto ogni punto di vista.

Sindaco deturpa la città: green di ‘facciata’

Siracusa rimane impantanata in una visione confusa e autoreferenziale del cambiamento ecologico. Le tanto celebrate piste ciclabili e il discusso ponte ciclopedonale, più che esempi di innovazione urbana, rappresentano ormai il simbolo di una città ferita e divisa. Strade ridotte a trincee di cemento, corsie improvvisate delimitate da muretti e vernice blu, percorsi che nessuno utilizza davvero: un paesaggio urbano snaturato in nome di un “green” di facciata.

L’amministrazione Italia ha scelto di blindare i cittadini piuttosto che coinvolgerli, come se l’intera popolazione fosse composta da “incivili” da contenere dietro barriere di plastica e calcestruzzo. Ma gli stessi “incivili”, disprezzati nella progettazione urbana, tornano poi utili al momento del voto. E non si provi a giustificare questi interventi con i fondi europei: se quei finanziamenti impongono modelli che deturpano il tessuto cittadino, un’amministrazione responsabile dovrebbe avere il coraggio di dire no.

Il risultato è chiaro: Siracusa è rimasta ferma, priva di visione e di pianificazione. Nessuna politica coerente sulla qualità dell’aria, sui trasporti pubblici o sulla riduzione del traffico privato. Nessuna svolta ecologica, ma solo cantieri disordinati e soluzioni tampone che non risolvono nulla.

La politica dell’illusione: a Siracusa si pecca di competenza, ascolto e idee

A livello nazionale, la fotografia scattata da Legambiente non è più incoraggiante: il Sud continua a restare in fondo alle classifiche, con nove città su dieci delle ultime posizioni localizzate nel Mezzogiorno. Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone chiudono la graduatoria, mentre tra le poche eccezioni spiccano Cosenza (16ª), Cagliari (23ª), Lecce (53ª) e Ragusa (58ª), città che, pur tra difficoltà, stanno dimostrando un approccio più serio e strategico.

Cosenza, ad esempio, ottiene risultati importanti nella ciclabilità e nella cura del verde pubblico, investendo su un modello urbano sostenibile e concreto. Lecce, con interventi mirati sulla rete idrica, conquista il quinto posto nazionale per efficienza e riduzione degli sprechi. Ragusa tenta di invertire la rotta di un passato urbanisticamente disastroso, puntando su una migliore gestione del territorio.

Siracusa, invece, resta indietro, prigioniera di un ambientalismo di facciata. La città non ha bisogno di barriere e vernice, ma di idee, ascolto e competenza. E mentre il resto d’Italia tenta, con risultati alterni, di cambiare passo, qui l’unico passo sembra quello indietro.

Il rapporto di Legambiente è una sentenza: l’amministrazione Italia ha fallito l’obiettivo di rendere Siracusa una città sostenibile. La retorica “green” si è spenta sotto il peso della realtà. E il tanto annunciato “nuovo modello urbano” si è trasformato in una lunga, costosa, inutile illusione di cemento.

21 Ottobre 2025 | 07:00
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