Non c’è di che essere ottimisti recuperare dieci posizioni nella nuova classifica della vita stilata dal Sole24ore, ancorata ancora nella bassa classica su 110 città, Siracusa si posiziona all’88 posto: nell’area Ambiente e servizi scadenti, ma con la palla al piede della performance nel lavoro: l’area aretusea, infatti, è zavorrata da una crisi che ha contagiato anche il tessuto imprenditoriale e commerciale (si veda il reportage pubblicato dal Sole 24 Ore il 14 novembre scorso). La Sicilia, si riscatta nell’indice relativo al gap retributivo di genere. Nelle prime cinque posizioni per differenza, espressa in percentuale, più bassa tra retribuzioni degli uomini e delle donne si piazzano, infatti, quattro province dell’isola: al primo posto Caltanissetta (9,2%), al terzo.
Si sono verificati movimenti bruschi legati al fatto che rispetto alla 27ª edizione della Qualità della vita sono cambiati ben sei indicatori, una scelta dettata dall’esigenza di tener maggiormente conto dell’evoluzione sociale, economica e degli stili di vita degli italiani.
La Qualità della vita è come un cantiere in continuo aggiornamento. Perché il benessere e la vivibilità di un territorio non sono valori statici, hanno una loro dinamicità, dovuta al fatto che bisogna tenere conto dell’evoluzione economica, sociale e degli stili di vita. Ecco perché l’edizione 2017 dell’indagine curata dal Sole 24 Ore ha introdotto sei nuovi parametri: acquisti online, gap retributivo di genere, spesa in farmaci, consumo di suolo, anni di studio degli over 25 e indice di litigiosità nei tribunali. E che risultati emergono da queste “new entry”? Come sempre, un’Italia a più velocità.
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