Sicilia. Tangenti, gare pilotate e spartizioni nella sanità: blitz a casa di Cuffaro, sequestrati 80 mila euro cash

di Redazione

Il denaro è stato trovato nel corso di perquisizioni disposte dalla Procura di Palermo

In foto: Totò Cuffaro

I carabinieri del Ros hanno sequestrato circa 80 mila euro in contanti all’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro, indagato, insieme ad altre 17 persone tra cui l’ex ministro Saverio Romano, per associazione a delinquere, turbata liberà degli incanti e corruzione.

Il denaro è stato trovato nel corso di perquisizioni disposte dalla Procura di Palermo. Parte era conservato in alcune casseforti della casa di Palermo di Cuffaro, parte nascosto nella sua tenuta di San Michele di Ganzaria, nel Catanese.

Per Cuffaro e gli altri i pm hanno chiesto gli arresti domiciliari: le carte dell’inchiesta parlano di un comitato d’affari occulto che ruoterebbe intorno a un presunto sistema di appalti pilotati nella sanità e assunzioni di soggetti segnalati dall’ex governatore e dai suoi sodali.

“Venti, cinque, trenta… ma sono assai”

Nel fascicolo della Procura c’è anche un capitolo, ancora coperto in parte da omissis, che riguarda il presunto scambio di denaro con l’imprenditore Alessandro Vetro, già coinvolto nelle indagini sulle turbative d’asta ad Agrigento.

Cuffaro, secondo le intercettazioni, avrebbe chiesto a Vetro di “aggiustare un documento” relativo a un bando di gara, garantendo che l’operazione sarebbe stata supervisionata da Giovanni Tomasino, direttore generale del Consorzio di Bonifica di Palermo e Trapani, anch’egli oggi sospeso dall’incarico.

Nel corso di una conversazione registrata, l’ex governatore Cuffaro commenta la consegna di una somma di denaro – “venti, cinque, trenta” – dicendo: «Ma sono assai questi». L’imprenditore lo rassicura: «Sì lo so, per l’amicizia prendili».

Decuffarizziamo la Sicilia, presidio fuori Palazzo d’Orleans

Un centinaio tra esponenti del fronte alternativo progressista e cittadini stanno manifestando, davanti Palazzo d’Orleans a Palermo, con un sit-in nel quale compaiono bandiere e striscioni con su scritto: ‘Decuffarizziamo la Sicilia’ chiedendo le dimissioni del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.

Sono scesi in piazza dopo che la procura di Palermo ha chiesto l’arresto di Totò Cuffaro e altri 17 indagati, tra cui anche Saverio Romano parlamentare di Noi Moderati, coinvolti in un’inchiesta su un presunto sistema di appalti pilotati nella sanità siciliana.

“La democrazia in questa terra è stata mortificata – dice Pierpaolo Montalto, segretario regionale di Sinistra Italiana – chiediamo le dimissioni di questo governo di indagati. Non possono scaricare le loro responsabilità solo su Cuffaro”.

Tutto questo il giorno dopo la revoca, da parte del governatore Schifani, dei mandati dei due assessori regionali della Dc, Nuccia Albano e Andrea Messina, rispettivamente alla Famiglia e agli Enti Locali. “La revoca dei due assessori non risolve però il problema – aggiunge Anthony Barbagallo, segretario del Pd in Sicilia – vi è una negligenza da parte del governatore. Non ci sono più le condizioni di credibilità del governo della regione e Schifani deve andare a casa”. Tra i presenti anche il leader di Controcorrente, Ismaele La Vardera: “Il pesce puzza sempre dalla testa – afferma – così si dice dalle nostre parti”. “Vogliamo dare speranza ai siciliani – sottolinea poi il coordinatore del M5S in Sicilia, Nuccio Di Paola – perché un’alternativa possibile a questo governo esiste, la si deve costruire”.

“Dobbiamo mandare a casa questo governo a prescindere dalle vicende giudiziarie, che non riguardano solo la Dc – spiega Davide Faraone, vicepresidente di Italia Viva – ma tutte le forze politiche che sostengono il governo Schifani”. In piazza anche diversi cittadini con striscioni e slogan con scritto, tra i tanti: “Renato-Cuffaro dimettiti” o “Rispetto per la Sicilia”.

“Noi abbiamo una dimensione tale dell’immoralità dell’azione politica che ormai non conosce più freni – ha detto il segretario della Cgil Sicilia, Alfio Mannino – anche il presidente dell’Ars e altri assessori, sono coinvolti in altre vicende giudiziarie. Chi aveva responsabilità di governo non ha messo al centro l’azione politica volta al servizio dei cittadini. Schifani dovrebbe fare un passo indietro, se non vuole farlo deve dare un senso di profonda discontinuità con i soggetti politici che, fin qui, lo hanno sostenuto. La questione non può essere risolta solo con il passo indietro dei due assessori della Dc”.

“Viviamo un momento delicatissimo per questa regione – ha aggiunto il portavoce siciliano di Europa Verde, Fabio Giambrone – non siamo qui per chiedere le dimissioni non solo di una compagine della giunta, ma di tutti, a partire dal presidente Schifani. E’ il tempo giusto anche per costruire un’alternativa di governo e noi vogliamo farlo con tutti quanti sposano la nostra causa”.

“Se non ora quando? Siamo qui per dire basta a un sistema malato che soffoca la Sicilia nelle spire del clientelismo e dei diritti venduti come favori”, ha detto l’onorevole Valentina Chinnici, deputata all’Ars e vice segretaria regionale del Partito democratico.

11 Novembre 2025 | 19:39
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