Nel corso dell’audizione odierna presso la Sezione di controllo della Corte dei conti per la Regione Siciliana, l’ANCI Sicilia ha messo in evidenza le gravi criticità finanziarie che continuano a pesare sugli enti locali dell’Isola, ribadendo la necessità di un’azione straordinaria e coordinata sia a livello regionale che nazionale.
«È ormai evidente, hanno dichiarato il presidente Paolo Amenta e il segretario generale Mario Emanuele Alvano, che la Regione Siciliana dispone oggi di margini di manovra più ampi rispetto al passato. La chiusura del piano di rientro con lo Stato, l’aumento delle entrate e la presenza di un avanzo complessivo superiore ai 2 miliardi, e probabilmente vicino ai 3, aprono la strada a una nuova stagione di investimenti e di sostegno concreto ai Comuni».
Alla luce di questo scenario, l’ANCI Sicilia ha chiesto che una parte delle risorse disponibili venga destinata al raddoppio dei fondi per le spese correnti di Comuni, Città metropolitane e Liberi consorzi, in modo da sostenere attività e servizi che non possono essere coperti dai fondi straordinari del PNRR, della programmazione europea o del Fondo di Sviluppo e Coesione.
Parallelamente, l’Associazione propone l’attivazione di un piano straordinario di manutenzioni per strade, scuole, verde pubblico e interventi di pulizia straordinaria, con particolare attenzione al contrasto del fenomeno dell’abbandono dei rifiuti.
«Negli anni passati, ha ricordato Amenta, i Comuni hanno contribuito al risanamento dei conti regionali, subendo una drastica riduzione delle risorse del Fondo per le autonomie locali. Oggi è il momento di invertire la rotta: una parte significativa delle maggiori disponibilità economiche della Regione deve essere destinata a quegli enti che ogni giorno garantiscono servizi essenziali, qualità della vita e sostegno alle comunità e alle imprese”.
In quest’ottica, l’ANCI Sicilia ritiene imprescindibile rafforzare anche le strutture associative dei Comuni, che si occupano di programmazione territoriale, gestione idrica, rifiuti e politiche sociali, oggi fortemente penalizzate dalla mancanza di risorse ordinarie.
Infine, l’Associazione ha ribadito la richiesta al Governo regionale e alla deputazione nazionale di proseguire nel percorso tecnico per la revisione dei criteri di riparto dei fabbisogni standard dei Comuni siciliani, nel rispetto dei principi perequativi dell’articolo 119 della Costituzione, con l’obiettivo di ottenere un incremento dei trasferimenti stimato in circa 150 milioni di euro.
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