Priolo. Industria trema, Eni Versalis anticipa chiusura dell’impianto etilene a dopo l’estate

di Redazione

Giuseppe Ricci, responsabile Operazioni trasformazioni industriali di Eni: «L’unica strada percorribile è dismettere queste lavorazioni che sono in rosso da anni»

Oggi, giovedi 13 febbraio, alle ore 10:00, ci sarà un vertice a Palermo per parlare della vertenza Versalis e del futuro occupazionale dei dipendenti e dell’indotto, in particolar modo del ragusano e siracusano.

All’incontro, richiesto all’assessore regionale alle attività produttive on. Tamajo e dal Presidente della I Commissione Affari Istituzionali, on. Abbate, parteciperanno, oltre ai rappresentanti politici regionali, anche il Dirigente Generale delle Attività Produttive, i vertici dell’Azienda Versalis ed i sindacati che hanno seguito da vicino la vertenza.

Nonostante le sollecitazioni a sospendere il piano di smantellamento del sito ragusano, Eni intanto ha ritenuto di procedere già dai primi giorni di gennaio, alle operazioni di bonifica, mentre manca un chiaro piano di riconversione. «In questa fase è fondamentale evitare azioni che possano compromettere la ricerca di soluzioni alternative, in attesa di un progetto definito e strutturato, come auspicato anche dal Presidente Schifani lo scorso mese di dicembre» dichiara l’on. Abbate.

Ma di fatto, Eni Versalis ha già deciso di chiudere dal primo gennaio la produzione a Ragusa. Le richieste di prorogare la chiusura del cracking restano inascoltate. Lo stop dell’impianto, anzi, sarà anticipato a marzo. Lo ha annunciato Giuseppe Ricci, responsabile ‘Operazioni trasformazioni industriali’ di Eni, in un’intervista pubblicata su ‘Il sole 24 ore’.

«A Brindisi – dichiara Ricci – contiamo di fermare il sito dal prossimo mese di marzo (proclamato da subito lo stato di agitazione), mentre per Priolo si andrà con tutta probabilità a fine estate. L’unica strada percorribile è dismettere queste lavorazioni che sono in rosso da anni».

La vertenza Versalis, riguarda l’ormai incerta prosecuzione dell’impianto della zona industriale e dei circa mille lavoratori, tra diretto e indotto, preoccupati per il loro futuro occupazionale. In ballo c’è il futuro del territorio e dell’intero settore chimico fondamentale per un paese industriale.

Le lotte in atto hanno evidenziato il ruolo di primo ordine del sindacato siracusano che sta trainando la protesta, adesso occorre che i rappresentanti politici ed istituzionali facciano la loro parte evitando un piano scellerato, che disattende tutti gli impegni industriali presi da Eni, e che lascerebbe in braghe di tela l’assetto industriale del territorio.

13 Febbraio 2025 | 06:45
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