Palermo. L’orrore della sanità, scandalo all’ospedale Civico: cartelle falsificate, operazioni ‘combinate’ e morti sospette

di Redazione

Scoppia il caso malasanità, oltre 270 episodi sospetti: le segnalazioni di un medico parlano di interventi chirurgici non giustificati da esigenze mediche, cartelle cliniche modificate per aumentare i rimborsi, scorciatoie per evitare le liste d’attesa e, soprattutto, morti che si sarebbero potute evitare

Un chirurgo del più grande ospedale siciliano, il Civico di Palermo, ha deciso di parlare pubblicamente, sollevando gravi accuse su quanto accadrebbe da anni nel reparto di chirurgia toracica.

Il medico si chiama Francesco Caronia e, dopo aver denunciato tutto alla Procura di Palermo, ha scelto di raccontare la sua verità anche al parlamentare regionale Ismaele La Vardera, culminando con un’intervista andata in onda nel programma televisivo Le Iene.

Il chirurgo toracico afferma di aver raccolto per anni elementi compromettenti: documenti, registrazioni audio e prove concrete di episodi gravi, spesso celati ai pazienti e alle loro famiglie.

Le sue segnalazioni parlano di interventi chirurgici non giustificati da esigenze mediche, cartelle cliniche modificate per aumentare i rimborsi, scorciatoie per evitare le liste d’attesa e, soprattutto, morti che si sarebbero potute evitare.

Denunce inascoltate

Caronia avrebbe cercato per anni di far emergere le anomalie, ma davanti all’indifferenza dei colleghi e dei vertici ospedalieri, ha deciso di rivolgersi alla giustizia.

Secondo il suo racconto, nonostante le otto denunce presentate tra il 2022 e il 2023 con nomi, numeri di cartella e dettagli precisi, nulla sarebbe accaduto. “Ho registrato tutto ciò che potevo”, ha spiegato durante l’intervista. Alla domanda se qualcosa fosse cambiato da quando ha cominciato a parlare, la risposta è stata secca: “Assolutamente nulla”.

Una morte evitabile e oltre 270 segnalazioni

Uno dei casi più gravi riguarda una donna di 37 anni, madre di due bambini, morta in seguito a un’operazione che – secondo il chirurgo – non sarebbe mai dovuta avvenire. “Una semplice biopsia sarebbe bastata”, ha dichiarato. Invece è stata sottoposta a un intervento invasivo che ha provocato complicazioni letali. Solo dopo, l’esame istologico ha rivelato che la malattia era curabile. “Una morte che si poteva evitare”, ha concluso.

Ad aggravare ulteriormente la vicenda, una registrazione audio agghiacciante in cui alcuni operatori sanitari sembrano ammettere le proprie responsabilità, con una frase emblematica: “Ci è andata bene che non ci ha denunciati”.

Caronia sostiene inoltre che l’équipe avrebbe persuaso la famiglia della paziente a non sporgere denuncia, insinuando che il decesso fosse dovuto a un arrivo tardivo della donna in ospedale.

E questo sarebbe solo uno dei tanti casi. Il chirurgo riferisce di aver raccolto oltre 270 episodi sospetti: operazioni inutili, morti ambigue, manipolazioni delle diagnosi per ottenere maggiori fondi pubblici.

In alcuni casi, i pazienti deceduti sarebbero stati registrati come dimessi contro il parere dei medici, per evitare ispezioni o indagini.

Scoppia il caso politico

La denuncia ha suscitato anche un forte impatto nell’ambito politico. Il deputato Ismaele La Vardera, in un intervento davanti a un’aula quasi vuota dell’Assemblea Regionale Siciliana, ha criticato il silenzio del presidente Renato Schifani e chiesto un intervento urgente da parte del Ministero della Salute.

“Non possiamo permettere che una vicenda così grave venga ignorata. Ringrazio il medico per il suo coraggio. Le istituzioni devono tutelarlo. Chi denuncia non può essere lasciato solo o perseguitato”, ha dichiarato La Vardera.

Oggi, martedì 7 maggio 2025, è prevista una riunione tra La Vardera e l’assessora regionale alla Salute, Daniela Faraoni. Sarà un momento decisivo per comprendere se la politica siciliana intende affrontare davvero questo scandalo o se prevarrà ancora una volta l’omertà.

07 Maggio 2025 | 15:07
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