“Dopo tante aggressioni al personale sanitario degli ospedali italiani e dopo il danneggiamento o la distruzione di attrezzature sanitarie, finalmente il Governo nazionale, attraverso alcune modifiche del codice penale, inasprisce le pene e le sanzioni per coloro che si rendono responsabili di queste odiose fattispecie di reato ma probabilmente non basterà”.
Lo dichiara il segretario regionale della Cimo Sicilia Giuseppe Bonsignore. “Intanto non possiamo non evidenziare – aggiunge Bonsignore – come il decreto presentato dal Consiglio dei Ministri anche se non ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, non prevede per l’attuazione delle misure introdotte neanche un euro in più. Ci si chiede quindi chi e con quali risorse farà fronte al necessario impegno economico legato alla prevista implementazione dei sistemi di videosorveglianza, indispensabili per l’identificazione degli eventuali aggressori e per dar seguito alla nuova previsione di legge sull’arresto in flagranza di reato anche differita entro le 48 ore”.
“Più volte – sottolinea Bonsignore – abbiamo chiesto alla Regione e alle Aziende sanitarie della Sicilia un deciso intervento per porre rimedio alla fatiscenza dei nostri ospedali colabrodo dove chiunque può accedere senza filtri e senza controlli, libero di spadroneggiare all’interno delle strutture sanitarie, aggredendo gli operatori e danneggiando attrezzature, ma le risposte sono state scarse o assenti”. “Se la Regione e le Aziende non metteranno in campo risorse economiche ad hoc per incrementare i servizi di portierato e vigilanza armata e, soprattutto, quelli di videosorveglianza – continua Bonsignore – le misure in via di adozione da parte del Governo Meloni, rischiano di trasformarsi nell’ennesimo flop, medici e infermieri continueranno a prendere le bastonate e i colpevoli resteranno quasi sempre impuniti”.
“Chiediamo quindi al Presidente Schifani, all’Assessore della Salute Giovanna Volo e ai vertici di tutte le Aziende Sanitarie della Sicilia di attivarsi immediatamente e farsi garanti della sicurezza e della salute dei propri operatori sanitari e della conservazione delle proprie strutture sanitarie. Per ottenere questo – conclude Bonsignore – ci vogliono risorse economiche da destinare a tale scopo, altrimenti sarà tutto carta straccia”.
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