La Fsi-Usae contesta la legge di bilancio: dà un’elemosina agli infermieri e ignora le altre 20 professioni santarie e oss “Il Governo dimentica gli operatori sanitari che sono stati beffati”: per questo lo sciopero generale proclamato oggi in Sicilia e in tutta Italia era inevitabile, spiega il segretario regionale del sindacato Fsi-Usae e Coordinatore Nazionale del Cni Coordinamento Nazionale Infermieri Calogero Coniglio.
Al centro della protesta, con la proclamazione dello sciopero, veri sit in davanti le prefetture e raccolte firme negli ospedali, c’è la legge di bilancio. “La proposta del Governo ignora che noi operatori sanitari abbiamo dato e stiamo dando l’anima per combattere questo nemico invisibile”, afferma Coniglio. “È vergognoso che lo stesso Governo che ci aveva definito tutti eroi si sia ridotto a chiedere l’elemosina per gli infermieri e abbia dimenticato le altre categorie”.
“Chiediamo che si preveda un piano di immediata assunzione di personale a tempo indeterminato, in deroga ad ogni blocco; chiediamo il riconoscimento di indennità di specificità per tutte le professioni sanitarie; chiediamo il finanziamento della revisione del sistema di classificazione del personale del Ssn; chiediamo che venga previsto l’accesso alla dirigenza, come naturale evoluzione della carriera dei professionisti sanitari”, elenca il segretario Fsi-Usae. Ed è indispensabile anche “una direttiva che obblighi a recepire immediatamente nei contratti integrativi tutti i benefici sinora enunciati”.
“Questo Governo non può rimanere sordo a queste legittime richieste”, continua Calogero Coniglio. “Invitiamo tutti gli operatori a unirsi allo sciopero, quale segno tangibile di quel malessere che regna sovrano in ogni servizio sia ospedaliero che territoriale dove molto spesso ci si dimentica dell’esistenza, sostiene Coniglio, che parla di “una grande beffa”.
“Siamo consapevoli e responsabili per il momento delicato che stiamo vivendo, anche perché ci lavoriamo e conosciamo la realtà vera e non quella soggettiva che può essere raccontata. Noi la viviamo in prima persona, ma riteniamo sia questo il momento per far sì che il governo finalmente si accorga sia della nostra mancanza, anche se noi ci siamo sempre, e sia quanto sia fondamentale la nostra presenza in tutto il Servizio sanitario regionale e nazionale” – conclude Coniglio.
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