Nelle aule del tribunale di Siracusa si procedendo al processo scaturito dall’operazione Piazza Pulita dell’aprile del 2016 dove la pubblica accusa ha chiesto sei anni di carcere ciascuno per Giuseppe Casto 35 anni, e Pietro Crescimone 55 anni, entrambi di Noto, alla sbarra su una presunta tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso alla Roma Costruzioni Srl, l’azienda che gestisce il servizio di raccolta rifiuti a Noto. Nel ricorso, presentato dalla difesa rappresentata dall’avvocato Junio Celesti, il tribunale del Riesame aveva fatto cadere l’ipotesi di tentata estorsione ma il pubblico ministero, nella sua requisitoria, non ne ha tenuto conto. Insomma, vengono mosse le stesse accuse rivolte ad Angelo Monaco, 62 anni, indicato dagli inquirenti non solo come il promotore del piano ma il reggente del clan Trigila di Noto, la cosca che controlla ogni attività illecita nella zona sud della provincia. Mentre Monaco è ancora agli arresti, Crescimone e Casto, relativamente a questa vicen- da, hanno incassato la scarcerazione. Gli indagati, attraverso un altro imprenditore complice, anche lui finito agli arresti al termine dell’operazione, avrebbero presentato il conto al proprietario della società vincitrice dell’appalto per la nettezza urbana a Noto. Nella versione degli inquirenti, nelle ore successive all’insediamento della nuova impresa, l’imprenditore non avrebbe fatto mistero di essere un emissario di Angelo Monaco ed avrebbe chiesto l’assunzione di due operai, indi- cati dal reggente della cosca Trigila, al posto dei soldi. Una proposta che è stata rigettata dall’imprenditore che, però, il 16 aprile, proprio nel giorno di Pasqua, ha ricevuto un segnale ben chiaro con l’incendio di un auto compattatore custodito nell’autoparco. La prossima udienza, che sarà caratterizzata dall’arringa della difesa, è stata fissata per il primo ottobre.
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