La comunità di Solarino si vede coinvolta in un progetto di grande valenza storica e culturale senza precedenti

Siracusa. Moni Ovadia a Solarino in una conversazione con i giovani studenti

di Redazione

L’evento promosso dalla Commissione Biblioteca e Cultura della città, protesa all’insegnamento della storia: «Sessantotto, cinquant’anni dopo» e dalle leggi razziali dell’antisemitismo

Quando si da vita ad una Commissione Biblioteca e Cultura di una città, essa è scaturita, nell’intento di contribuire alla crescita culturale individuale e collettiva, favorendo la partecipazione di tutti i cittadini allo sviluppo ed alla gestione dell’attività culturale.

Solarino ha dato i natali a numerosi personaggi di cultura e custodisce date fondamentali della storia solarinese, oltre al 25 aprile 1760, concessione della licentia populandi e, quindi, fondazione del primo nucleo abitato, sono il 20 dicembre 1827, giorno in cui il re Francesco I di Borbone concesse al «Comunello di San Paolo Solarino» l’autonomia amministrativa, ed il 13 luglio 1943, quando nelle campagne intorno al paese, dopo tre giorni di combattimenti, si concluse uno dei più sanguinosi scontri della Seconda guerra mondiale in provincia di Siracusa, passato alla storia come Battaglia di Solarino resa nota nei particolari dallo storico e scrittore Orazio Sudano (scomparso qualche anno fa) che ci pregiamo avere avuto come collaboratore del quotidiano Libertà i cui testi appartengono all’archivio del giornale.

La Commissione Biblioteca di Solarino ha dato vita ad un nuovo corso che ha lo scopo di promuovere e coordinare, anche in collaborazione con le altre realtà presenti sul territorio, tutte le iniziative atte alla promozione della cultura e della lettura. Nell’ambito delle proprie competenze, la Commissione Biblioteca si è impegnata a promuovere e a sostenere la cultura locale favorendo altresì la conoscenza di culture diverse. Promuove inoltre la cultura del libro e tutte le iniziative ad essa connesse.

La Commissione Biblioteca si è insediata all’inizio di quest’anno e ha mosso i primi passi organizzando, su proposta di un suo figlio illustre, prof. Paolo Fai, un Concorso riservato agli alunni più meritevoli, scelti da docenti di lettere, delle terze classi della scuola media, riguardante il «Sessantotto, cinquant’anni dopo».

Il Concorso avviato con entusiasmo e partecipazione lo scorso febbraio ha trovato il suo epilogo il 7 maggio, con la prova scritta sull’argomento in questione che gli insegnanti avevano curato nell’arco di tre mesi e la successiva premiazione dei primi due classificati, le alunne Anna Carrubba e Gaia Manzone.

Un momento fortemente caratterizzato dallo studio e dalla coinvolgente ricerca che in quell’occasione, il prof. Paolo Fai, in qualità di presidente della Commissione della Biblioteca Comunale “Alfredo Mezio” di Solarino, propose di ricordare la ricorrenza degli ottanta anni delle infami leggi razziali, con cui Mussolini, allineandosi alle posizioni del suo alleato tedesco Adolf Hitler, attuava, sulla pelle degli ebrei italiani, l’antisemitismo, che era già parte integrante del regime fascista.

Un tema forte, pregnante che alla colpa di Mussolini si aggiunse, poi, la complicità del re Vittorio Emanuele III, che non esitò a firmare il Regio decreto del 5 settembre 1938, con cui gli ebrei furono esclusi dall’insegnamento di ogni ordine e grado, e l’altro, del 17 novembre 1938, secondo cui l’essere ebreo dipendeva dalla “razza” dei genitori. «La loro esclusione dalla cittadinanza – ha scritto lo storico Giovanni De Luna – fu una ferita sanguinosa inferta all’idea di patria come casa comune, colpendo – per di più – proprio un gruppo di cittadini che nell’Italia aveva creduto con tutta la forza di chi è convinto che il sentimento di patria non sia una realtà naturale, data una volta per tutte, ma un progetto ideale da realizzare con grande volontà e determinazione».

La comunità di Solarino si vede coinvolta in un progetto di grande valenza storica e culturale senza precedenti, scaturito dalla vivacità dei componenti della Commissione il cui presidente Paolo Fai nel corso degli incontri suggeriva il nome di Moni Ovadia, intellettuale, attore, regista, cantante, scrittore di riconosciuta grandezza internazionale, che, per le sue origini ebraiche, ha tutti i titoli per trattare l’argomento trattato.

In un contesto di siffatta ricerca storico-culturale, il presidente Fai indicava come destinatari della conversazione con Moni Ovadia gli alunni delle classi terze della nostra scuola media dell’I.C. «Elio Vittorini». All’iniziativa della presenza dell’insigne personaggio, la dirigente scolastica, Anna Messina, si dichiarava entusiasticamente favorevole all’evento.

Ed è arrivato il momento, mercoledì 24 per Solarino sarà di grande significato di sintesi quello di accogliere Moni Ovadia, nell’aula magna  della scuola media dell’I.C. «Elio Vittorini»  alle 11,00 che intratterrà gli alunni delle terze classi per parlare di quel micidiale atto politico della brutale dittatura fascista.

In alcune circostanze di incontri culturali di Moni Ovadia a chi gli chiede a più di settant’anni dall’inizio dello sterminio nazista, cosa ci si aspetta di trovare nel ricordare?

«Il concetto di Israele e di ebraismo spesso vengono sovrapposti». Ovadia parla di “israelizzazione” della Shoah che si affianca a una semplificazione di una tragedia che fu più complessa: insieme agli ebrei vennero sterminati sinti, rom, omosessuali, oppositori politici…

Per Moni Ovadia la persecuzione degli ebrei è stata separata da quella di tutti gli altri, per questo è diventato il giorno della falsa coscienza, per cui “noi facciamo le cose per gli ebrei”: ma nei fatti, si perseguitano i rom, si discriminano gli arabi, i nordafricani. Il governo di Israele usa la stessa logica, l’israelizzazione della Shoah per avere campo libero per le proprie politiche indecenti. Allora Ovadia propone: che diventi il giorno delle Memorie. «Cioè di tutti i genocidi, gli stermini, a cominciare dal colonialismo, dagli armeni, ai campi della morte in Cambogia. Bisogna parlare di tutto. La memoria ha senso se è legata alla lotte per la libertà, per i diritti e la dignità di tutti. Dobbiamo combattere perché questo è il modo di fare memoria vero. Fare memoria è uno strumento per costruire il presente e il futuro. Se non si capisce questo, non si è capito niente della memoria».

Solarino mercoledì entra nella storia culturale di un uomo segnato dal tempo che darà la svolta alla fondazione della Biblioteca comunale e ai suoi intraprendenti  giovani.

23 Ottobre 2018 | 10:35
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