Nell’assistere alla pervicacia con cui alcune società continuano a chiedere, anche a campionati già iniziat, il ripescaggio in serie B, ci torna alla memoria il furto storico perpetrato nel 2012 ai danni del Siracusa. Promosso sul campo per numero di punti incamerati, fu costretto per i sei punti di penalizzazione appioppatigli per una storia di ritardati pagamenti di tributi erariali a cedere il passo a uno Spezia che il campionato l’aveva invece perduto. Una società che manca così banalmente un traguardo sportivo per via di una sanzione amministrativa, peraltro già sanzionata con una multa dallo Stato, cosa avrebbe dovuto fare allora, una battaglia, una guerra? E invece, come avviene da tempo all’ombra del colle Temenite, la città si rannicchiò su sè stessa, non trovò né l’esercito di avvocati che altri trovano con irrisoria facilità, né un solo politico pronto a difenderla da uno scippo così evidente, né il becco di un quattrino per rifare una fidejussione che l’avrebbe fatta restare, quanto meno,in Lega Pro. E il Siracusa, abbandonato a sé stsso, precipitò nell’inferno dei dilettanti, guadagnandosi però il titolo onorifico di società rispettosa dei regolamenti federali, dote che oggi le varrebbe la compassione di chi sta mettendo a ferro e a fuoco l’intera impalcatura del calcio italiano e la riconferma della patente di “provincia babba”. Ma mentre ci auguriamo che il calcio italiano esca indenne da questa bufera di ricorsi e di controricorsi, non possiamo far altro che meravigliarci del persistente stare alla finestra delle istituzioni che pure traggono dal pianeta calcio fior di milioni, fatta eccezione per qualche presidente di Regione che si è sentito autorizzato ad intervenire nella disputa, vestendo impropriamente i panni di “Cicero pro domo sua”. Il clamore del “cortile” scatenato dalla raffica di ricorsi, non deve però far dimenticare i fatti di casa nostra, elevati con malcelato compiacimento alle dimensioni di disastro. Sì è vero, il Siracusa ha perduto per tre a zero il confronto che la opponeva alla Juve Stabia. Ma c’è uno solo dei critici che hanno sorriso della sconfitta degli azzurri che abbia fatto i conti in tasca alle due società ? Una delle quali, il Siracusa, varato giudiziosamente con un occhio al bilancio e l’altro alla spesa e l’altra, la Juve Stabia, costruita per tre undicesimi da giocatori di categoria e per i restanti otto undicesimi da elementi che hanno fatto la B e persino la serie A? Come abbia fatto e come non abbia fatto la società stabiese a largheggiare nella spesa a noi non interessa. Quel che ci sta invece a cuore e che con gli opportuni correttivi tattici il Siracusa giochi da Siracusa e che, a prescindere dal risultato, riesca ad uscire dal campo fra gli applausi di un pubblico che, superate le iniziali diffidenze, sta cominciando ad amarlo.
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