Originario di Francofonte Nunzio Salafia, aveva 66 anni, è stato un pezzo da novanta della criminalità organizzata nel territorio siracusano e non solo. Una brutta malattia l’ha stroncato. Con un lungo fascicolo giudiziario è stato protagonista della vita malavitosa siracusana. Un mese fa era stato scarcerato su decisione dei giudici della Corte d’Appello di Catania, perchè le sue condizioni di salute non erano compatibili con il regime carcerario. Ed era vero, perchè a distanza di un mese dalla liberazione, Nunzio Salafia, 66 anni, originario di Francofonte è morto. Un personaggio che godeva “rispetto” dai suoi picciotti, ma anche dagli avversari criminali. E’ stato stroncato da un male incurabile all’età di 66 anni. Lunghissimo il suo fascicolo giudiziario.
Il 10 dicembre del 2015 era stato condannato dal gup del tribunale di Catania a 6 anni di reclusione perché riconosciuto responsabile di estorsione e tentata estorsione ai danni del titolare dell’impresa edile Sics di Priolo Gargallo. Salafia era stato condannato anche al risarcimento dei danni a favore delle parti civili costituite e al pagamento di una provvisionale di 10 mila euro ciascuno in favore dell’imprenditore Carmelo Misseri e della stessa Sics, di 5 mila per il comune di Priolo, la Camera di commercio di Siracusa, il coordinamento delle associazioni antiracket, per l’associazione antiracket “Falcone-Borsellino” di Floridia, per Confindustria Siracusa e per Confapi. Da un mese aveva ottenuto i domiciliari e, secondo, quanto si apprende, sarebbe morto nella sua abitazione di Villasmundo. In gran segreto, inoltre, sono stati già celebrati i funerali. Salafia prima di essere arrestato per la tentata estorsione al cantiere della Sics, sulla strada Statale 124, ha pure vissuto a Floridia dove aveva un’attività commerciale. Fino a quando è stato in vita, per gli investigatori, sarebbe stato il “reggente” del clan Aparo di Solarino.
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