Sul presunto complotto Eni, secondo un articolo pubblicato su il Fatto Quotidiano, il Copasir chiederà gli atti alla Procura di Siracusa. Nella riunione di ieri al Copasir, il Comitato che vigila sull’operato dei Servizi Segreti, il giornale rende noto che i parlamentari hanno parlato anche del presunto complotto per far cadere l’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi e per danneggiare Matteo Renzi, pubblicando la notizia (mai verificata) di finanziamenti da parte del Mossad, il servizio segreto israeliano.
Il Comitato avrebbe deciso intanto di chiedere gli atti alla procura di Siracusa che indaga sul presunto complotto. In un secondo momento, dopo aver studiato le carte dell’indagine, si deciderà anche chi convocare.
Intanto sono attesi entro lunedì al palazzo di giustizia, Luca Lotti sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Marco Carrai, imprenditore assai vicino al premier Matteo Renzi, per essere interrogati. I due saranno sentiti dal capo della Procura, Francesco Paolo Giordano e dal sostituto Giancarlo Longo, come persone informate sui fatti nell’ambito dell’inchiesta su un complotto internazionale per un cambio al vertice dell’Eni. L’obiettivo, secondo l’ipotesi accusatoria, era di favorire la sostituzione dell’amministratore delegato del colosso italiano Claudio Descalzi ma in questa faccenda, dai contorni ancora torbidi, sarebbe rimasto risucchiato, come vittima, lo stesso presidente del Consiglio italiano sul quale sarebbero state fatte circolare voci su un suo coinvolgimento in quella co- spirazione pianificata dai servizi segreti israeliani. Una trama che vedrebbe come protagonista un imprenditore, Massimo Gaboardi, che, avrebbe ricevuto promesse in denaro da faccendieri nigeriani per sostenere la sostituzione di Descalzi. Sia Carrai sia Lotti saranno ascoltati dagli inquirenti per sapere se hanno ricevuto «pressioni» per quel presunto tentativo di scalzare l’ad di Eni. L’indebolimento del colosso italiano avrebbe dovuto favorire potenti faccendieri iraniani e nigeriani con forti interessi nel campo del petrolio. L’inchiesta è nata a Trani dopo un dossier anonimo sul complotto recapitato ai magistrati pugliesi, poi le carte sono state trasferite a Siracusa perché qui sarebbero stati commessi gli illeciti. Poco più di due settimane fa al palazzo di giustizia di Siracusa sono stati sentiti l’imprenditore Andrea Bacci, amico di Renzi, e Vincenzo Armanna, ex manager di Eni.
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