La comunità provinciale di Siracusa si appresterà a vivere, nei prossimi anni, la sospirata realizzazione del nuovo ospedale che sarà previsto nella formula inedita del 4.0 di ultima generazione. Da una sanità cenerentola in Sicilia si potrebbe trasformare in Regina, insomma come l’Araba Fenice che rinasce dalle stesse ceneri, come dal famoso mito con l’occhio vigile della nostra deputazione determinata a difesa ad oltranza del territorio. Sarà? Gli stessi passeranno dal patibolo delle elezioni.
Con la nascita del nuovo ospedale si prevedono nuove figure professionali. Parlare di sanità del futuro senza interrogarsi sul come sarà fatto il nuovo ospedale, anche dal punto di vista strutturale, è un po’ come voler fare i conti senza l’oste: esercitazione interessante, ma a rischio sotto il profilo del risultato ottenuto.
Sensibilizziamo il dott. Anselmo Madeddu, presidente dell’Ordine dei Medici di Siracusa, a contattare i progettisti del nuovo ospedale quale tipo di tecnologia affrontata nella struttura, affinché avviare da subito, seminari e corsi di formazione professionale per medici, affinché essere pronti ad affrontare le sfide del futuro, della sanità 4.0, oppure rimanere così come siamo: grezzi, cioè dotare i nostri medici di scopa e paletta in mano (senza offesa per nessuno) per pulire i pavimenti e fors’anche neanche quelli in quanto ci saranno tecnologie autonome per ottimizzare la pulizia e igienizzare i pavimenti. Oppure contrattualizzare da fuori distretto giovani medici preparati.
Quindi, di cosa stiamo discutendo? Di inventare l’acqua calda? No, solo di svegliarsi. Qualsiasi ragionamento sui nuovi modelli di Asp ricade inevitabilmente sull’ospedale inteso come ‘edificio’ e soprattutto come ‘insieme di processi e tecnologie’ che dall’edificio si diramano, pervadendolo, sul territorio.
Se è vero che la sanità del futuro sarà fatta di forte e continua integrazione e interazione ospedale-territorio, è anche (e soprattutto) dall’ospedale che tutto ‘deve avere origine’. E qualsiasi scelta di riorganizzazione dei processi di diagnosi e cura passa attraverso una riprogettazione complessiva del compound ospedaliero, oltre che, ovviamente, avere un peso determinante tutto laddove si stanno progettando e/o iniziando a costruire i nuovi ospedali.
«I politici la devono smettere di dire una cosa e fare il contrario. L’unico problema che c’è ora che riguarda l’ospedale è il rinnovo del commissario», dichiara Aldo Garozzo, presidente dell’Osservatorio civico per il nuovo ospedale di Siracusa. «Io ho scritto in merito al presidente Sergio Mattarella, perché io non mi fido né del presidente della Regione, che è un politico, né dei politici, e come osservatori abbiamo detto di fare qualcosa. Ho deciso di scrivere a Mattarella.
In questa lettera ho preso spunto parlando del nuovo ospedale, perché a Siracusa ci vuole un commissario, perché ci vuole l’ospedale, perché abbiamo una zona industriale di una certa importanza, è una zona industriale che viene dichiarata di ‘Sito di interesse nazionale’, e a maggior ragione devi dichiarare i cittadini di interesse nazionale», osserva Aldo Garozzo.. È una cosa talmente ovvia e come è possibile che un argomento così palese può essere strumentalizzato dal punto di vista politico con cose contrastanti».
«Non sappiamo sull’ospedale niente, io nelle carte ho letto che questo ospedale deve essere progettato a livello tecnologico 4.0, chi sa cosa significa gli dovrebbero tremare i polsi pensando che nel territorio di Siracusa ci sarà una struttura 4.0. neanche la nostra zona industriale è 4.0 forse è al 2.0 e l’Isab a 3.0. «Il territorio non è idoneo ad accettare un progetto 4.0 perché se non si creano attorno, e qui nasce un altro problema, che tipo di infrastrutturazione bisogna creare attorno all’ospedale.
«Il nostro è un territorio desertificato, ci sono solo infrastrutture legate ai trasporti. Ma io parlo di un 4.0 dove tutto è robotizzato, perché 4.0 significa questo, significa un progetto in cui tutto è robotizzato e per robotizzato significa automatizzato e meccanizzato, cioè che un ammalato che viene in ospedale viene preso in carico da un sistema elettronico che pensa tutto lui attraverso programmi, algoritmi, cosa devono fare, non fare, quindi una cosa di questo genere, ha bisogno di medici competenti, di una schiera di ingegneri, di progettisti, di meccanici, che intervengono se si rompe una scheda dell’hardware, o se c’è nel programma software qualche cosa che non funziona. Tutte queste cose qui nel nostro territorio c’è qualcuno che ci sta pensando?
«Se la politica invece di farsi delle domande da cittadini normali, ma di fascia alta, altrimenti parliamo sempre di due sistemi, uno è livello delle piccole opinioni, e come dico io, il cassetto dove ci sono le opinioni piccole o grandi che siano, ma si aprono quando è seduto al bar a chiacchierare. Quando poi si apre il cassetto dei saperi e non possono essere spacciati per sapere le banalità delle opinioni.
«Quando lei scrive gli editoriali, affronta problemi di un certo peso, con equilibrio, che con interesse leggo.
«La città si deve svegliare e non trattare le cose serie come cose meno serie, le cose importanti come cose stupide mettendo tutto insieme e facendo una bevanda da ‘Shakerare’ che gli allocchi bevono ma i meno allocchi non bevono e prendono le distanze che sono poi gli astenuti al voto», conclude Aldo Garozzo, presidente dell’Osservatorio civico per il nuovo ospedale di Siracusa.
Tentiamo di rispondere alla domanda principale: che cos’è, e come è fatto, l’ospedale del futuro? L’ospedale 4.0, se vogliamo mutuare la numerazione che in qualche modo rappresenta l’evoluzione della ‘fabbrica’ qui intesa come luogo nel quale si attuano processi finalizzati a ‘produrre valore’.
Sveglia!
L’ospedale 4.0 è un luogo per pochi, modellato a partire dalla tecnologia e, soprattutto, dai processi di produzione ed erogazione delle prestazioni sanitarie, cliniche o chirurgiche che siano. E’ il luogo dell’alta intensità di cura, dando per assodato il modello che porta invece sul territorio (sino a casa del paziente) la cura ‘ordinaria’.
Ed è il luogo delle migliaia di ‘cose’ collegate in rete: dai sensori ai medical devices, dagli apparati più o meno complessi legati alla diagnostica alle attrezzature in sala operatoria, sino ad arrivare in reparto e a bordo letto paziente. E’ la ‘casa’ dei robot: dalla sala operatoria alla produzione di farmaci personalizzati, dal laboratorio di analisi al pronto soccorso, dalla distribuzione dei pasti al trasporto di merci. E’ il posto dove ingegneria clinica e information technology trovano finalmente un punto di convergenza in quanto le diverse tecnologie sono esse stesse a convergere.
Rispetto al passato/presente, dove tutti i processi ospedalieri si compiono in assoluta prevalenza all’interno del perimetro dell’edificio o insieme di edifici, l’ospedale 4.0 diventa un ‘hub’ che governa una fitta e complessa rete di relazioni materiali e immateriali con pazienti, caregivers, medici di medicina generale, operatori nei distretti, e via di seguito.
Nuovi vincoli per architetti e designer, perché anche un letto di degenza o una barella probabilmente sono destinati ad assumere forme compatibili con le tecnologie che andranno ad ‘ospitare’.
I robot in sala operatoria hanno ormai da tempo abbandonato la fase pionieristica delle sperimentazioni, diventando routine in molti ospedali di tutto il mondo; idem per i carrelli robotizzati che trasportano merci e/o pasti senza bisogno di un ‘conducente’. La robotica è ‘entrata’ dentro i magazzini e gli armadi farmaceutici, così come nei laboratori di analisi.
Una quantità impressionante di apparecchi elettromedicali e di devices ormai è in grado di connettersi in rete inviando parametri che possono alimentare in tempo reale il patrimonio di informazioni cliniche di ciascun paziente.
Poi dare luogo a una effettiva integrazione ospedale-territorio attorno al paziente; un approccio di multi professionalità e interdisciplinarietà e di lavoro di gruppo in equipe e team “integrati”. Infine un nuovo paradigma assistenziale: un nuovo sistema di valorizzazione delle prestazioni.
Diciamo ‘sveglia’ al sistema sanitario siracusano per avviare quella sessione tematica ‘Ospedale 4.0 e logistica sanitaria’, che si propone l’obiettivo di approfondire tutte queste tematiche mettendo a confronto chi progetta gli ospedali, chi li pervade di tecnologie, chi quotidianamente ci lavora, chi li ‘abita’ da paziente.
Diciamo anche ‘forza e coraggio’ al cittadino siracusano che dopo tantissimi anni sarà assistito in una nuova struttura avveniristica di cui dovrà fidarsi e vantarsi.
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