Nato nel 2020 dalla collaborazione di tre musiciste siciliane accomunate dall’amore per la bellezza e l’arte, il Trio Arabesque sarà il prossimo ospite della Società Catanese Amici della Musica diretta da Anna Rita Fontana. L’ensemble composto da Loriana Mazzarino al flauto traverso, Angela Longo al clarinetto e Ivana Bordonaro al pianoforte si esibirà domenica 17 ottobre alle ore 19.30 all’Auditorium Sacro Cuore di via Milano, 47 con un fitto programma incentrato sull’ opera lirica e sulla danza. Ad aprire il concerto sarà la “Magic Flute Fantasy”, una fantasia sui temi de Il flauto magico di Mozart, trascritta per questa tipologia di formazione dal compositore americano Michael Webster. « Il brano combina – spiegano le tre musiciste – i temi più belli dell’opera con le variazioni virtuosistiche affidate agli strumenti, per raccontare il mistero, la suspense, la magia e l’amore del capolavoro mozartiano». Il pubblico avrà così modo di ascoltare il celebre tema della Regina della Notte, l’aria di Pamina, rivivendo l’incontro fra Papageno e Papagena. Il concerto proseguirà poi con un omaggio a Vincenzo Bellini, del quale sarà eseguita la cavatina “Casta Diva”. « In questo caso – evidenziano – il flauto suonerà la parte originale mentre il clarinetto interpreterà la voce della sacerdotessa druidica, Norma». Questa prima parte operistica si concluderà con il “Brindisi” da La traviata di Giuseppe Verdi. «Anche in questo caso il flauto darà voce a Violetta mentre il clarinetto ad Alfredo, in un “dialogo” serrato con il pianoforte che farà da sfondo».
La seconda parte del concerto, in una sorte di ponte, sarà affidata a “Carmen Rapsody”, una suite sulla Carmen di George Bizet, sempre trascritta da Webster. « Cercheremo – osservano le tre musiciste – di condurre lo spettatore attraverso i temi più famosi dell’opera, dal “Preludio” iniziale al tragico “Finale”, nell’ambientazione esotica e spagnoleggiante di Siviglia. Passeremo dall’“Habanera” di una femme fatale al “Coro dei Monelli”, dalla “Seguidilla” alla “Chanson bohème”, conducendo l’ascoltatore fra gli amori e i tormenti della zingara Carmen». Per concludere: la “Danza ungherese” n. 5 di Johannes Brahms, dalla “Suite” n. 1, trascritta sempre dal compositore Michael Webster e ispirata alla tradizione musicale gitana; Manola, un tango del compositore palermitano Nunzio Ortolano, scritto inizialmente per clarinetto e pianoforte e qui eseguito in una rielaborazione originale per trio e una Tarantella, danza tradizionale del Sud Italia, composta nel 1857 dal francese Camille Saint-Säens per flauto, clarinetto e pianoforte. Un travolgente viaggio in musica, fra le sonorità e i ritmi raffinati delle più importanti pagine del XIX secolo.
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