Per i consensi di pubblico e di critica riscossi la mostra “Krómata. Elezioni visive tra forma e colore” dell’artista lentinese Gaetano Puleo è stata – dopo oltre 6 mesi di apertura presso il Museo diocesano di Caltagirone – prorogata fino al 15 febbraio. L’esposizione – che è supportata da un testo del noto critico d’arte e mecenate culturale Fortunato Orazio Signorello, tra le più prestigiose firme dell’Annuario d’arte moderna, dell’Enciclopedia d’Arte italiana.
Catalogo generale Artisti dal 900 ad oggi e di altre prestigiose pubblicazioni d’arte, nonché di giornali regionali e nazionali – propone, per la curatela di Fabio Raimondi, 32 dipinti su tela che sono il risultato di una ricerca sperimentale relativa alla sintassi stilistica dell’artista, socio della prestigiosa Accademia Federiciana di Catania. La mostra, visitabile da lunedì a domenica dalle 10:00 alle 16:00, presenta opere figurative e astratte di vario formato – nei quali l’artista ha raffigurato perlopiù edifici consacrati al culto, architetture orientali, cavalli, paesaggi bucolici, marine e composizioni ispirato all’astrattismo – che mettono meglio in luce il percorso artistico svolto da Gaetano Puleo all’insegna della sperimentazione innovativa. Nato a Lentini nel 1973, Puleo nel 1989 è entrato nel Seminario minore di Catania e il 25 marzo 1999 è stato ordinato, completati gli studi istituzionali, sacerdote.
Come pittore ha esordito – con una mostra personale allestita al Museo diocesano di Catania – nel 2017. Di lui hanno scritto apprezzati critici d’arte. La valorizzazione della sua produzione si deve a Fortunato Orazio Signorello, che l’ha inserito – contribuendo a far conoscere il suo nome grazie ai numerosi articoli pubblicati su giornali regionali e nazionale e su testate giornalistiche on-line – in diverse mostre d’arte contemporanea da lui ideate e curate.
Su invito l’artista ha partecipato a mostre regionali e nazionali. «Nelle opere di Puleo, immediatamente riconoscibili, è ben evidente – scrive tra l’altro il critico d’arte Fortunato Orazio Signorello nel testo che supporta la mostra – il felice “innesto” tra creatività e sperimentazione. Nel corpus di lavori esposti – acrilici e tecniche miste su tela che ben evidenziano un’evoluzione stilistica che, negli anni, ha dato corpo a un linguaggio distintivo di grande valenza estetica – è possibile “intravedere” come la resa cromatica sia per l’artista – che non ha mai realizzato un’opera totalmente monocromatica – davvero importante e al centro della sua ricerca espressiva, ma anche notare subito come la sua produzione è caratterizzata da uno stile personale».
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