Il profondo dispiace che si ripresenta, ogni volta che si va al cimitero e si trova la tomba vuota dei propri cari è davvero tanta. È indiscutibile che il fenomeno miserevole del furto di fiori sulle tombe nel camposanto sia sempre più dilagante.
Ed è quello che si è verificato al cimitero di Avola dove una coppia rubava vasi, piante e fiori da una tomba del cimitero di Avola. A tal proposito, l’ennesima di tante, da parte di una denuncia del Commissariato di Avola presentate da due coniugi, in ordine ad alcuni furti di vasi, fiori e piante perpetrati ai danni della tomba ove è sepolta la figlia prematuramente scomparsa.

Iniziavano una scrupolosa attività investigativa al fine di individuare l’autore dei reati e porre fine agli odiosi furti che offendevano la sacralità dei luoghi ed arrecavano profondo dolore alla coppia. Le indagini consentivano di identificare la responsabile, una donna di 63 anni e, anche grazie ad apposito decreto di perquisizione emesso dalla Autorità Giudiziaria, di rinvenire presso l’abitazione di residenza della stessa cinque vasi comprensivi di piante rubate dalla tomba sita nel Cimitero di Avola.
Nello specifico il fenomeno deprecabile del furto di fiori sulle tombe non solo ad Avola come in quello del cimitero di Siracusa, resta difficile da debellare e da condannare senza alcun dubbio. È un fenomeno da ascrivere a persone adulte e non certo di giovani, con la presunta responsabilità latente, un furto aggravato.
Un’indiscutibile mancanza di rispetto verso i defunti. Siamo difronte all’inciviltà deprecabile. Bisogna però fare attenzione, perché chi ruba fiori, piante, ceri, incensi e quant’altro serve ad arredare la tomba, l’urna o la cappella di un defunto, può essere denunciato perché si tratta di comportamenti penalmente perseguibili, proprio perché entrano in gioco valori particolari, come il sentimento di pietà verso i defunti, i loro corpi e i luoghi che li conservano.
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