Così ora sono due i siti (ed entrambi della massima importanza) della zona industriale siracusana dove si parla arabo: la Sasol, di proprietà della omonima società sudafricana, e la raffineria ormai ex Esso ceduta dalla ormai ex proprietaria Exxon Mobil all’algerina Sonatrach.
La notizia, da noi pubblicata nella edizione di giovedì scorso, è esplosa improvvisa squarciando (finalmente!) il velo di assoluto silenzio che circondato l’operazione Esso-Sonatrach.
L’hanno presa male i sindacati, tenuti totalmente all’oscuro dell’operazione in corso. L’ha presa male la politica (anch’essa all’oscuro di tutto). Ma dei politici soltanto l’on. Stefania Prestigiacomo e l’on. Vinciullo si son fatti sentire. La Prestigiacomo ha preannunciato una sua richiesta d’incontro al ministro dello Sviluppo economico, Calenda. Anche i sindacati hanno preannunciato una richiesta d’incontro a Calenda. Ma il ministro (ormai abbondantemente ex) non può fare assolutamente nulla, sia perché ormai abbondantemente “scaduto” sia perché il ruolo istituzionale del ministro nulla può fare in una operazione tra privati per la cessione di un bene assolutamente privato qual è una raffineria.
Meglio ha fatto il sindaco di Melilli, Giuseppe Carta, il quale ha già incontrato l’amministratore delegato di Sonatrach, mister Abdelmoumen Ould Kaddou e con lui ha già stabilito un rapporto di interlocuzione.
Per completezza ricordiamo che Exxon Mobil ha venduto a Sonatrach la raffineria di Augusta e i depositi di Augusta, Palermo e Napoli e relativi oleodotti, e che l’affare che sarà perfezionato, secondo quanto dichiarato dalle due società, entro l’anno.
La sorpresa, oltre che per l’assoluto silenzio che ha avvolto l’operazione, è ulteriormente accresciuta dal fatto che la raffineria di Augusta rifornisce la base americana di Sigonella. Sorprende quindi il fatto che ora gli americani di Sigonella debbano essere riforniti non più dagli americani di Augusta bensì dagli algerini di Augusta. Sempre che non vogliano cambiare fornitore. Fatti loro.
La preoccupazione principale per la provincia di Siracusa nasce dai timori per i livelli occupazionali. E la preoccupazione rimane, anche se i vertici di Sonatrach hanno assicurato che i livelli occupazionali non saranno toccati. Ma si sa che in questi casi si dice sempre così. E poi …
Tuttavia vediamo intanto chi è questa Sonatrach. E’ la società petrolifera pubblica algerina. Come dire che Sonatrach è l’Eni di Algeria. Ed è un colosso del settore, che ha registrato un fatturato di 33 miliardi di dollari nel 2017. Agevolata anche dal fatto che ha il greggio di sua proprietà. E questa non è certo cosa da poco.
Sonatrach ha una produzione di petrolio che ha raggiunto 1,2 milioni di barili al giorno mentre quella del gas si è attestata sui 135 miliardi di metri cubi. Il gruppo impiega 120.000 persone.
Lo stabilimento ceduto da Esso è fra i tre siti di Augusta finiti sotto sequestro da parte della Procura della Repubblica di Siracusa nel luglio dello scorso anno per inquinamento ambientale. Ciò nonostante l’affare è stato concluso. Il che vuol dire che Sonatrach è fortemente interessata.
“La decisione è frutto di un’approfondita e attenta valutazione”, ha dichiarato Gianni Murano, presidente e amministratore delegato della Esso Italiana. “Il nostro impegno in Italia, dove operiamo da oltre 125 anni, non viene affatto meno. La Esso Italiana e le società del gruppo continueranno a servire il mercato e i propri clienti”.
“La Esso Italiana e le società del gruppo ExxonMobil – riferisce un comunicato – sottoscriveranno con Sonatrach anche contratti pluriennali di natura commerciale e tecnologica per la fornitura di prodotti petroliferi, per attività operative e di sviluppo e per l’utilizzo dei depositi carburante di Augusta, Palermo e Napoli. L’accordo inoltre non ha riflessi sulle stazioni di servizio a marchio Esso, sui clienti, distributors e grossisti di carburanti e lubrificanti nè su altre attività del Gruppo ExxonMobil in Italia”.
A sua volta Abdelmoumen Ould Kaddour, amministratore delegato di Sonatrach, ha affermato: “Sonatrach è estremamente orgogliosa di effettuare in Italia, in particolare ad Augusta, il suo primo investimento internazionale nel settore della raffinazione.
Ci impegniamo a mantenere i livelli occupazionali, la continuità gestionale, l’eccellenza operativa e gli elevati standard in materia di salute, sicurezza e ambiente. Il nostro obiettivo è una presenza di lungo termine, nell’ottica della sicurezza e dell’impegno per un dialogo costruttivo con la forza lavoro, le autorità e le comunità”.
“Il perfezionamento del trasferimento del ramo d’azienda – chiariscono Esso e Sonatrach – è subordinato a una serie di condizioni e vincoli di legge applicabili, inclusi il completamento del processo di informazione e consultazione con le rappresentanze sindacali e l’approvazione della competente Autorità Antitrust.
La cessione è prevista entro la fine del 2018. In accordo con la normativa vigente in materia di cessione di ramo d’azienda è previsto che il contratto di impiego di circa 660 dipendenti della Esso Italiana venga trasferito all’acquirente”.
Ma i sindacati rispondono in modo durissimo: stato di agitazione e blocco dello straordinario, e un ciclo di assemblee nella raffineria. E’ la reazione dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Siracusa, rispettivamente Roberto Alosi, Paolo Sanzaro e Stefano Munafò.
A loro volta i segretari generali nazionali di categoria Paolo Pirani (Uiltec), Emidio Miceli (Filctem-Cgil) e Nora Garofalo (Femca Cisl) protestano con la Esso per la violazione del protocollo di relazioni industriali e per l’assoluto silenzio che ha coperto l’operazione. E ribadiscono il ciclo di assemblee e il contatto con gli acquirenti per conoscere piani industriali e prospettive di sviluppo.
“Le Segreterie nazionali, le strutture territoriali e il coordinamento della RSU Esso Italiana – si legge fra l’altro in una nota unitaria di Filctem, Femca e Uiltec – hanno pesantemente protestato nei confronti della direzione aziendale soprattutto per le modalità con le quali è stata trasmessa l’informazione in contemporanea ai lavoratori interessati, disattendendo completamente quanto disposto dal protocollo di relazioni sindacali in vigore tra le parti.
“Le organizzazioni sindacali hanno subito inviato una richiesta di incontro urgente al ministero dello Sviluppo economico e alla Esso Italiana che coinvolgerà anche la Sonatrach, con le motivazioni delle preoccupazioni e il forte dissenso del sindacato su una operazione che ritengono predisposta da tempo e tenuta volutamente nascosta ai lavoratori e ai loro rappresentanti.
“Sono già state convocate le assemblee generali dei lavoratori per un aggiornamento tempestivo sulla situazione critica che si è venuta a creare.
“Per questi motivi è proclamato lo stato di agitazione con sospensione di ogni prestazione straordinaria e rigido rispetto delle procedure lavorative”.
Infine Emanuele Sorrentino, segretario generale della Uiltec Sicilia, dichiara che “è inammissibile un simile comportamento da parte della Esso e sollecita un coinvolgimento non soltanto del ministro dello Sviluppo economico ma anche, se non soprattutto, del presidente della Regione, Musumeci, finora “brillantemente assente”.
“Ma innanzitutto – conclude Sorrentino – a questo punto occorre ora un immediato contatto con gli acquirenti per conoscerne piani industriali e prospettive di sviluppo”.
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