Appello ai Giovani, cambiamo Siracusa

di Giuseppe Bianca

La vecchia politica è superata, la città non può morire ostaggio dei vecchi poteri. La cosa pubblica non è proprietà di pochi

Sorreggetevi forte, ovunque voi siate vi prego di sedervi per analizzare e sintetizzare gli accadimenti politici in prossimità delle nuove elezioni amministrative a Siracusa a giugno prossimo.

Ahimè, siamo contrariati per tutto quello che sta accadendo nel mercato della compravendita dei voti, del mercimonio, delle promesse di incarichi (poi non mantenuti) per ottenere favori nella formazione di liste, nella corsa alle amministrative a presunti candidati a sindaco, afferenti a presunti partiti dei morti viventi. 

Si ripiomba nel passato, negli anni bui degli intrecci, dei compromessi, «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi» è una famosissima frase pronunciata da Tancredi, nipote del principe Fabrizio Salina nel celebre romanzo “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

Tantissimi mesi di editoriali di studi, redatti con meticolosità, settimanalmente, condivisi per fondare una Rivoluzione culturale. Vanificati al vento. Ci rifugiamo nelle preghiere, nella misericordia per cercare di scuotere le coscienze di tutti, per scontare la nostra generosità d’animo per l’amore che nutriamo nei confronti della nostra mitica Siracusa caduta in basso, con questa amministrazione, nelle classifiche nazionali sulla qualità della vita.

La coalizione dal clamore antico nefasto dei partiti, dei commissari-emissari del vecchio modo di fare politica, è pressochè costituita, a quanto dice vox populi chiamando a squarcia gola un uomo che aveva detto più volte no per una condizione sociale nella quale lui non si riconoscerebbe più, i tempi e la società sono cambiati radicalmente, il modo di pensare e le nuove abitudini: Bufardeci.

Lui, pensionato, pressato da più parti con la istituzione di una lista (da solo, in forza a FdI con ipotizzabili consensi 5%); lista presunta in forza a FdI (con ipotizzabili consensi del 10%); lista presunta in forza di FI (con ipotizzabili consensi del 5%): fin qui 20% di consensi con aggiunta della lista presunta di Cafeo-Lega (con ipotizzabili consensi del 5%); lista presunta di Scrofani (con ipotizzabili consensi del 3-4%); lista presunta di Garozzo antagonista contro il suo figlioccio che pur di vedere la sconfitta dello stesso farebbe il patto con il diavolo (con ipotizzabili consensi del 5%); lista presunta di Mpa con Bonomo (con ipotizzabili consensi del 5%); lista presunta Udc-Cdu (con ipotizzabili consensi del 5%); lista presunta di Mangiafico (con ipotizzabili consensi del 5%): fin qui totale 48-49% di consensi. Mancherebbe all’appello la lista di Vinciullo (con ipotizzabili consensi del 5%) per arrivare al 54% ed elezioni vinte dal centrodestra per aggiudicarsi la sindacatura. 

Per quanto riguarda il sindaco uscente Italia non ci sarebbe più storia, neanche, ehm…, sfregando con forza le famose palle lucenti del toro presso Lower Manhattan (si dice che portano fortuna), potrebbe cambiare qualcosa. 

E si…, questa è la storia non voluta da un Rivoluzionario che avrebbe desiderato cambiato il territorio. Ma dobbiamo soccombere alle lobby, delle massonerie che non cambieranno nulla per il territorio, anzi l’arriccheranno di ‘partecipate’ che sborseranno fiumi di denaro, con la magistratura nelle millevalle. Rassegnazione? Da parte nostra mai! La speranza non è l’ultima a morire. Ma quanto tempo ci rimane per poter lottare senza il sostentamento di nessuno? Non abbiamo il miracolo divinatorio di vivere di solo di aria. Come nel circo italiano: ‘Venghino signori venghino’ nella disperazione sociale. 

Però badate siracusani a non lamentarsi perché vi arriveranno le maledizioni, i fulmini e le saette dal buon Dio. Siracusani corrotti e corruttori maledetti? Non sono bastate le lacrime della Madonna per farli redarguire. Ma allora sono davvero maledetti? Chissà, sta alla loro coscienza, se ne avranno una, forse sono protetti da Satana.

Ci salverebbe solo una lista di persone volenterosi, capeggiati da un condottiero esperiente alla ‘Che Guevara’, che come un uragano ad effetto domino con l’aiuto di tutti i siracusani possa spazzare e sovrastare, capovolgere i pronostici dei politici corrotti, massoni, lestofanti per gestire un territorio lottizzato da speculatori, destinato al colpo fatale della morte.

Cari lettori nella stesura dei nostri editoriali, fin qui pubblicati, abbiamo sempre inteso comunicare le nostre idee per lo sviluppo della città di Siracusa dilaniata da una politica disfattista che ha le sue radici dal dopoguerra fino ai giorni d’oggi dove il territorio si è sviluppato ad personam, intrallazzi, corruzione, speculazione e nepotismi vari.

Da precisare che noi non l’abbiamo specificatamente con nessuno né tantomeno con l’ultimo inquilino del Vermexio (a Roma dicono ‘poverello’, mentre a Siracusa, a quanto pare, comprerebbe case in Ortigia a buon mercato, così dicono…), ma nel suo operato fortemente incapace di non avere una nuova visione globale, ma di proseguire come tutt’ora fa, frammentaria, superficiale, quindi soggetto a naturale critica oggettiva da stampa libera; anche per come è scaturito il suo mandato ‘antidemocratico’ legittimato dal Cga, soffocando il libero popolo sovrano siracusano, nell’espressione di eleggere democraticamente il suo sindaco (senza presunti brogli elettorali) e del Consiglio comunale. Qualcuno definisce l’attuale sindaco pro tempore: un «usurpatore», embè è una opinione che ognuno può esprimere come vuole. Ogni cittadino esprime il suo consenso come meglio desidera (gli stessi che poi si lamentano dell’operato) come ha fatto qualche giorno fa applaudendo alla presunta dialettica ammaliatrice del sindaco in piazza Duomo davanti a svariate centinaia di persone, che mestizia. 

Un nostro lettore ha espresso una sua opinione sul profilo Facebook di Joe Bianca riguardante l’editoriale dal titolo: «Amministrative, il ‘rischio democratico’ e le lacrime di coccodrillo delle civiche» che riportiamo integralmente, Eriberto G. scrive: «Ottima disamina. Ma il problema, secondo me, va ben oltre. Il candidato a sindaco potrebbe anche essere l’Arcangelo Gabriele, armato di ottimi propositi e di una spada fiammeggiante. Il vero problema sarebbe la corte degli angeli che svolazzandogli attorno con l’aura dell’esercito servente lo renderebbe, invece, servo degli egoismi e degli arrivismi individuali tanto da annullare i buoni propositi con ricatti e pacche sulla spalla. La vergogna si annida nelle mezze cartucce che di politica si vestono ma che di affarucci si nutrono». Concordiamo pienamente l’inciso, ma sull’importanza del vivere ci spinge coraggio che ci conduce alla saggezza con l’esercitare un veto sulle nostre folli ambizioni e con l’emanciparci dagli abituali inganni di questo mondo, siano inganni di pensiero o di vita». Naturalmente chi è proiettato a condurre una battaglia di tipo culturale di cambiamento del nostro modo di vivere assumendo il controllo del territorio circondandosi di persone vogliose.

Un altro lettore Domenico L.C. ci scrive: «Grazie di tutto. Il nome che ha scelto per chiamarlo, «Liberta», rispecchia la sua personalità, aperta a tutto ciò che edifica e a tutto ciò che ha riscontro nei fatti oggettivi e veri della vita». Abbiamo risposto sempre alle tematiche della città con umiltà e serietà, che spero ci abbiano contraddistinto.

Come tutti voi sapete la condizione economica del territorio di Siracusa è disastrosa e la transizione anche, l’abbiamo denunciato e scritto in questi lunghi anni tante volte sui nostri mezzi di informazioni lontani dai compromessi o di essere al servizio di Palazzo Vermexio dove il primo cittadino si rivolge a pagamento con i soldi dei contribuenti siracusani per lanciare anatemi agli avversari e slogan elettorali per ammorbare i cittadini. Che tristezza e povertà di idee e comunicazione.

Nell’editoriale dell’11 dicembre avevamo lanciato l’iniziativa esclusiva: «Compriamo Siracusano» rivolta a cittadini e attività commerciali e artigianali per sostenere l’economia locale nell’emergenza congiunturale.

Abbiamo affrontato una causa sociale molto importante, come sempre abbiamo fatto nella disamina dei temi del territorio a noi fortemente cari nel concreto, con ricerche specifiche, per far comprendere il valore che esprimono in produttività sul mercato nazionale e internazionale le aziende dell’agroalimentare di Siracusa e provincia. Anche qui un cittadino sul profilo Facebook di Joe Bianca ha scritto: «Lasci perdere. Da agente di commercio, per 40 anni ho dovuto assistere alle differenze che esistono già fra due provincie attigue, Siracusa e Ragusa. A Ragusa il cittadino prima di qualsiasi acquisto cerca il paesano. Se non dovesse trovarlo, allora comprerebbe altrove. Stesso esempio a Siracusa, con la differenza che prima si controlla se si può comprare altrove e poi, eventualmente da un altro siracusano. L’invidia, la ‘superiorità’ e la mediocrità del siracusano non hanno eguali». 

E’ chiaro il concetto, c’è disaffezione nell’ambito locale verso i propri concittadini. Ma a noi piace lottare contro le avversità del destino. In questo contesto dobbiamo denunciare la grave crisi dell’agricoltura siracusana dove l’«oro rosso: il pomodorino di Pachino invenduto è accatastato nei depositi delle aziende agricole con i nostri altri prodotti che restano invenduti e sono fuori dai mercati europei. Questo è il vero grido d’allarme anche per altri prodotti pregiati locali. Siracusani masochisti? Sarà… 

Ma dobbiamo cambiare tassativamente modo di pensare. Occorre un sindaco educativo che sappia interloquire con i suoi concittadini…, che non ci sarà mai. Alla base di questo messaggio c’è bisogno di un forte cambiamento di modo di pensare di trasparenza e di fiducia reciproca in un momento così delicato: ma tutto deve iniziare dal nuovo Sindaco che deve essere, oltre tutto, anche un bravo socializzatore. In questo momento di grande crisi congiunturale occorre essere coesi e solidali con tutti i settori produttivi del nostro territorio e avviare la campagna esclusiva da noi inventata: «Acquista prodotti siracusani e sostieni le imprese del territorio». Riteniamo molto utile sostenere l’economia locale, affinché aiutare le aziende nostrane e far rimanere sul territorio le risorse per sostenere l’economia locale nell’emergenza e non.

Il ‘benessere’ dei Siracusani deve essere l’obiettivo di impegno nella ricerca di modalità per offrire servizi e opportunità mediante attente politiche di gestione amministrativa, economica e territoriale utilizzando altresì politiche e misure rivolte a Cultura, Sport e Turismo.

Libertà Sicilia ha dimostrato di essere un organismo vitale e reattivo, collegato con il sentimento e anche con le inquietudini collettive e con la domanda di significato che ne deriva, avevamo capito che bisognava fuoriuscire dai moduli tradizionali se si voleva intercettare questo nuovissimo bisogno di orientamento, una rivoluzione culturale. Il risveglio, il vero cambiamento del modo di concepire le cose, per poter capire, una richiesta di risalire alle grandi categorie morali che un evento cruciale e in gran parte nuovo come il sistema sociale mette in campo. 

Tecnicamente, adesso bisogna agire, non bastano più gli editoriali, gli articoli degli esperti, i reportage dei colleghi, le interviste ai protagonisti e ai responsabili delle decisioni, ai soggetti coinvolti. 

Vogliamo forte la risposta dei siracusani.

«Verso le amministrative 2023». Inizio editoriali: Rivoluzione culturale nr. 29 (avvio pubblicazione il 12 giugno). A tal proposito vi invitiamo a consultare e seguire attivamente la pagina facebook e cliccare ‘Mi piace’ https:// www.facebook.com/joebiancasr. 

di Giuseppe Bianca 09 Gennaio 2023 | 09:20
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