«Nel 2008 il Comune di Siracusa, per mano del suo sindaco pro tempore, Titti Bufardeci, e dell’assessore al ramo, Ezechia Paolo Reale, hanno ritenuto conducente la realizzazione di un aeroporto di seconda categoria finalizzato all’economia turistica ma anche all’economia agricola del Sud Est della Sicilia. Nulla a che vedere, quindi, con Fontanarossa, mentre Comiso non esisteva ancora e quindi, il bacino d’utenza di quel progetto abbracciava gli interessi delle zone agricole dove le primizie di nicchia e il turismo di massa potevano essere convogliati nei paesi del Nord Europa e viceversa attraverso due scali. Cosa che si sta verificando oggi con il sito aeroportuale di Comiso.
Così Giuseppe Bianca, consulente a titolo gratuito dell’allora sindaco Titti Bufardeci, sulla vicenda dell’aeroporto di Siracusa che ripercorre l’iter che ha portato alla creazione e alla liquidazione della società per azioni Aeroporti spa che avrebbe dovuto realizzare lo scalo di contrada Monasteri.
«Nel progetto iniziale dell’aeroporto di Siracusa insisteva la realizzazione di una scuola di volo, da diporto e sportivo, che fu portato a termine dall’associazione sportiva degli appassionati di volo, un aviosuperficie di terza categoria nella zona denominata Rinaura che è a tutt’oggi operativa.
«In occasione della riunione della commissione regionale alla sanità, avvenuta in Consiglio comunale di Siracusa, qualche anno fa, il presidente dell’organismo politico, Pippo Di Giacomo, dichiarò apertamente che il progetto aeroportuale di Siracusa provocò una reazione a Comiso che produsse l’effetto del finanziamento definitivo a favore dell’infrastruttura – prosegue Bianca – Fatto più che giustificato, visto che a Comiso c’era già il sito e si trattava solamente di farlo decollare.
«A questo punto, venne meno, per logica deduzione, l’interesse alla realizzazione dell’aeroporto di Siracusa, nato anche per le criticità che l’aerostazione di Fontanarossa rispecchiava nei confronti dei voli charter e per le tematiche su tutto il settore aeroportuale italiano. In questo scenario, la successiva amministrazione comunale (Giunta Visentin), in una decisione collegiale, visto e considerato che non c’erano più i presupposti per portare avanti il progetto con “Aeroporti Spa”, ha determinato la messa in liquidazione della società anche rispondendo alla normativa Monti che imponeva agli enti pubblici di sganciarsi dalle partecipate. Cosa che fu fatta».
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