Cari Siracusani, siamo entrati in una nuova fase della civiltà in cui la più strabiliante tecnica scientifica è usata per la costruzione di oggetti tecnologici.
Ogni guerra, ogni pandemia ha sempre accelerato i tempi della storia. In casi di emergenza gli esseri umani adottano scelte drastiche che, in tempi di stabilità, avrebbero impiegato decenni a prendere piede.
Il Covid-19 ha messo in fast-forward la nostra generazione: la tecnologia è entrata nel nostro corpo come e forse più di un virus; il mondo che vivremo, alla fine di questa esperienza, sarà quello che era riservato ai nostri figli.
Pensiamo alla tecnologia e alle tante applicazioni che fino a ieri erano argomento per pochi e che oggi sono diventate improvvisamente fatto concreto nella vita di tutti.
Sembra quasi che stia nascendo una società che non riconoscerà alcuna gerarchia di valori, alcuna autorità spirituale, alcuna tradizione sociale o religiosa, ma che vivrà per il presente, in un caos fatto di mere sensazioni.
Con il Covid-19 occorre limitare i contatti. Occorrerà attivare canali alternativi possibili, come le consulenze a distanza. Offrendo a famiglie ed utenze suggerimenti per affrontare la quotidianità, valorizzandone la resilienza. Soprattutto ora che i contagi paiono in diminuzione e si inizia a parlare di «fase 2». Quando si riapriranno le nostre case, i servizi, le scuole, i negozi, i luoghi di lavoro occorre giungere attrezzati all’appuntamento.
Il rischio consistente nella battaglia contro le fake news già oggi le istituzioni sono ingaggiate in una bonifica di tutte quelle opinioni alternative alla verità di sistema. Tuttavia, più cresceranno il controllo e la censura, più autorevoli diventeranno le fake news, perché nessuna verità si può imporre per decreto e l’essere umano, di fronte alle verità imposte dall’alto, è naturalmente portato a fuggirle.
Le nostre società dovrebbero quindi ricostruire un rapporto fiduciario tra il cittadino e la scienza e le informazioni ufficiali.
La responsabilità di assumere, da parte dello Stato, la Regione, gli investimenti per “il sociale” e per la sanità come un investimento per il futuro.
Che ne sarà della nostra bella Siracusa? La capitale della Magna Grecia. Lo splendore di un giacimento di beni archeologici e culturali, tra gli unici al mondo, mal sfruttato, inesplorato dal turismo reale, cosa ne sarà?
Alla luce della diminuzione del contagio, «fase 2»: per i musei si penserebbe alle visite «slow», il teatro dovrebbe ridisegnare la platea, davanti ai negozi e ai bar comparirebbe un contapersone, gli stabilimenti balneari si ripenserebbero come presidi socio-sanitari. Ma, soprattutto, cambierà il nostro stile di vita.
Sarà estremamente dannoso per le aziende che si affidano a persone che si riuniscono in gran numero: ristoranti, caffè, bar, discoteche, palestre, hotel, teatri, cinema, gallerie d’arte, centri commerciali, fiere artigianali, musei, musicisti e altri artisti, strutture sportive (e squadre sportive), strutture per conferenze (e produttori di conferenze), compagnie di crociera, compagnie aeree, trasporti pubblici, scuole private, centri diurni.
Insomma una rivoluzione comportamentale copernicana.
• Che ne sarà della nostra bella Siracusa? Questa politica litigiosa ha devastato tutto: rapporti sociali, la dialettica interconnessa, ha disgregato di fatto tutti i partiti. Le liste civiche sono in aumento senza che costoro diano alla collettività la giusta garanzia di sana amministrazione, una programmazione. Liste civiche formate per la maggior parte da persone ignoranti. Presunti aspiranti sindaci come dilettanti allo sbaraglio. E i siracusani in balia di questa accozzaglia di presunti predicatori del nulla. Costoro appartenenti all’«ordine dei farneticatori».
• Che ne sarà della nostra bella Siracusa? Nelle mani di questi presunti idilliaci sindaci dove l’hanno lasciata a marcire tra mille problemi prima della pandemia, vogliamo rinfrescare la presunta memoria semmai ricordassero che esistessero: gli Asili nido; le periferie all’abbandono; la gestione dell’igiene urbana che fa acqua da tutte le parti; i trasporti con un pulmino e mezzo; la protezione civile che aspetta che arrivi il maltempo e la burrasca per decimare i siracusani; le attività sociali che lasciano morire le classi meno abbienti; le strade lunari; le frazioni dimenticate di Belvedere e Cassibile (che adesso dopo una stasi, riprendono a parlare di autonomia); il Nuovo Ospedale di Siracusa di un sindaco inesistente, roba da chi l’ha visto; il Porto senza sviluppo; il libro bianco sul Turismo che aspetta solo il periodo delle Rappresentazioni classiche; l’Industria e l’Agro-alimentare; l’Area Artigianale inesistente (pensate che anche Solarino l’ha realizzata); il collegamento stradale diretto con l’aeroporto Fontanarossa mai esistito; inesistenti: Piano Commerciale, il Piano Urbano della Mobilità; PPO e PRG scaduti, i Servizi alla collettività, nel dimenticatoio i progetti di sviluppo ZES-SIN. Per non dimenticare della Rigenerazione urbana dell’Ance Siracusa per il quale l’ing. Massimo Riili rilancia il problema Stazione-Water front con il porto. Infine dopo la presentazione del progetto G124 di Renzo Piano, riguardante il centro abitato periferico della Mazzarrona, che fine farà? Vedere, cari amici, si tratta una guerra nucleare.
Dopo l’estrema unzione della pandemia chi potrà mai salvare la nostra bella Siracusa? Un uomo le cui capacità dovrebbero essere: umiltà, fantasia, lungimiranza, sorriso sempre sulle labbra, dedizione al lavoro h24, disponibilità e accoglienza con tutti i cittadini, alzarsi di primo mattino e cercare i problemi da risolvere e non che gli stessi si presentino e dulcis in fundo: una ferrea piattaforma di programmazione per lo sviluppo del territorio coinvolgendo tutte le parti sociali. Un lusinghiero programma da due mandati amministrativi. Un riscatto per il futuro.
Dove trovare questo messia benedetto da Dio?
Non è dato sapere.
Asternersi perditempo.
gb
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