A Siracusa c’è ormai una distanza abissale tra ciò che vivono i cittadini e ciò che sembra percepire chi governa la città. Mentre le classifiche nazionali continuano a relegarci negli ultimi posti per qualità della vita, dal Palazzo municipale prevale un silenzio assordante, come se questo crollo non esistesse o non riguardasse nessuno. Eppure non servivano le graduatorie per capire quanto la nostra città stia scivolando: basta camminare per le strade per vedere sporcizia, abbandono, degrado. Un declino che, giorno dopo giorno, sembra diventare normalità, lo afferma Paolo Cavallaro (FdI).
«Proprio oggi, però, si è tenuta l’inaugurazione del rinnovato androne del Palazzo del Senato: uno spazio finalmente ripulito, decoroso, impreziosito da piante e vasi, una vetrina istituzionale in cui il Sindaco accoglie politici, rappresentanti dello Stato e figure della cultura. Un intervento necessario, che nel 2023 avevo richiesto con forza, arrivando a dichiarare che non avrei rimesso piede nel Palazzo finché non si fosse intervenuti contro il guano dei colombi e il degrado diffuso. Il Sindaco accolse quella critica e oggi i risultati si vedono» continua Cavallaro (FdI).
«Ma stamattina ho ricordato al primo cittadino una verità che non può più ignorare: una città che vuole costruire sul proprio patrimonio culturale non può avere un sistema bibliotecario ridotto a un ammasso di emergenze irrisolte.
«La biblioteca centrale di Ortigia è chiusa da mesi; quella della Borgata è sbarrata, con i libri lasciati nell’umido; quella di Grottasanta versa in condizioni indegne, priva di condizionamento, con un solo bagno per utenti e personale, e con un’area esterna che sembra una discarica.

«Ho chiesto al Sindaco, prosegue o afferma Cavallaro, che trattiene per sé la delega alla Cultura – di intervenire subito, perché Siracusa non può continuare a sbandierare il proprio prestigio millenario mentre offre biblioteche in cui mancano perfino servizi basilari: wifi, pc, spazi accoglienti, aree ristoro. Dalle risposte ricevute nel question time del 26 novembre, però, emerge un quadro sconfortante: nessuna programmazione, nessuna visione, solo la solita lamentela sull’assenza di fondi, come accade nelle realtà culturalmente più povere».
E allora ci chiediamo: con quali ambizioni Siracusa pensa di candidarsi a Capitale della Cultura? Con quali idee? Con quali progetti concreti?
Ridurre tutto ai problemi del traffico e alla gestione dell’emergenza quotidiana significa condannare la città a un provincialismo senza futuro.
Spero che il mio appello – dopo quello verbale di questa mattina – spinga il Sindaco a intervenire per restituire dignità alle biblioteche e ai dipendenti che, con grande dedizione, cercano di sopperire alle enormi carenze strutturali.
Dalla risposta odierna sembra emergere la promessa di un emendamento al bilancio e di un intervento urgente tramite il fondo di riserva. Vedremo se questa volta seguiranno i fatti.
Intanto la battaglia continua. E auspico che questo appello dia forza a tutti quei cittadini che credono in una Siracusa diversa, più ambiziosa, più moderna, più culturale. Una città che non si rassegna alla mediocrità dilagante. Perché è la cultura che può salvare il mondo, conclude o afferma Paolo Cavallaro (FdI). Ma a Siracusa, purtroppo, sembra che qualcuno non lo abbia ancora capito.
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