La seduta consiliare di ieri si è trasformata nell’ennesima occasione mancata per affrontare temi centrali dell’amministrazione cittadina: dal futuro del trasporto urbano alla revisione delle partecipate, fino alla gestione dei bagni pubblici. Un quadro reso ancora più complesso dal venir meno del numero legale proprio nel momento decisivo, quello in cui il Consiglio era chiamato a esprimersi sul modello di gestione del servizio di mobilità urbana per i prossimi nove anni.
Secondo il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, quello andato in scena sarebbe stato «un copione già scritto». Dopo aver ottenuto dal Segretario generale il parere favorevole sulla possibilità di emendare la proposta e la relativa relazione tecnica, i consiglieri si sono trovati davanti un testo di fatto non modificabile. La motivazione: i documenti erano già stati approvati dall’Autorità di regolazione dei trasporti, cristallizzando così ogni margine di intervento.
FdI denuncia un metodo che «non lascia spazio né al confronto né alla condivisione», ricordando come l’obiettivo fosse migliorare un servizio essenziale, incentivare l’uso dei mezzi pubblici e modellarne l’organizzazione sulle esigenze reali dei cittadini. Ma nel clima di fretta e di timore per possibili perdite di finanziamenti – spiegano – si è preferito portare la proposta in aula solo a novembre, con tempistiche tali da impedire un dialogo nelle commissioni o un esame approfondito delle tariffe e del quadro complessivo del nuovo assetto.
Domande restate senza risposta: Perché non avviare la discussione a inizio anno? Perché escludere preventivamente il Consiglio da ogni possibilità di modifica? Perché esasperare lo scontro politico su uno dei servizi più rilevanti per la città?
La maggioranza, dal canto suo, si è ritrovata spaccata, tanto da far cadere nuovamente il numero legale. Una scelta che, secondo FdI, evidenzia non solo la fragilità politica ma anche la volontà di alcuni consiglieri di rimarcare la propria indispensabilità nei voti che contano, con «logiche muscolari» che finiscono per danneggiare gli utenti.
A pesare ulteriormente sono i pareri non favorevoli espressi su proposte che avrebbero ampliato o migliorato il servizio: la tratta Ognina–Fontane Bianche–Cassibile–Spinagallo, la gratuità delle corse per i minori, l’attivazione giornaliera – e non solo stagionale – della navetta Von Platen–Ortigia. Emendamenti che, secondo FdI, rischiano di essere respinti per l’assenza di coraggio del Consiglio, chiamato dalla legge a decidere, mentre «le scelte vengono lasciate ai tecnici».
E mentre si parla di mobilità sostenibile, restano penalizzate – sottolineano i consiglieri – le zone periferiche, con servizi limitati e navette potenziate solo nei mesi estivi.
La seduta era iniziata con la revisione annuale delle partecipazioni societarie: SSR Ato Rifiuti Siracusa e Distretto del Sud Est. Dopo richieste di chiarimento rimaste inevase e dubbi sulla reale utilità del mantenimento di tali quote, si è deciso per un rinvio, in attesa dei contabili e dei revisori.
Un segnale positivo, invece, è arrivato dal fronte dei bagni pubblici. Il Consiglio ha approvato all’unanimità un atto di indirizzo – proposto da FdI e sostenuto dalla seconda commissione – che guarda alla ristrutturazione completa dei servizi igienici cittadini e alla loro successiva gestione a pagamento da parte di privati. Un passaggio considerato determinante per allineare Siracusa alle principali città turistiche internazionali, garantendo strutture accessibili, decorose e adeguate all’accoglienza.
Intanto, oggi si torna in aula per completare l’esame del pacchetto sul nuovo servizio di trasporto urbano. Un progetto riconosciuto come migliorativo rispetto al passato, ma che – affermano i consiglieri Paolo Cavallaro e Paolo Romano – «nasce con il peccato originale della mancata condivisione». Una scelta che, a loro dire, ha escluso contributi utili e proposte concrete, trasformando un’occasione di crescita in un confronto sterile e imposto dall’alto.
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