In foto, in alto a dx: Michelangelo Giansiracusa, presidente Libero Consorzio; sullo sfondo il dragaggio illecito nella RiservaLa Riserva Naturale Orientata (R.N.O.) ‘Fiume Ciane e Saline’, uno dei gioielli paesaggistici e biologici del sud-est siciliano, rischia di trasformarsi in un simbolo del fallimento delle politiche di tutela ambientale.
Non per colpa della natura, ma per l’inerzia e la complicità silenziosa delle autorità pubbliche preposte alla gestione dell’area protetta.
Dragaggi illegali, approdi abusivi e navigazione vietata
Negli ultimi mesi, il Comitato per i Parchi e per la valorizzazione del patrimonio ambientale e paesaggistico di Siracusa, presieduto dall’avv. Corrado V. Giuliano, ha documentato una serie di gravi criticità: dragaggi non autorizzati nella Zona A, approdi abusivi lungo le sponde, navigazione incontrollata di natanti e moto d’acqua, oltre alla mancata manutenzione dell’argine a mare delle Saline.
Questi abusi hanno alterato il regime idraulico dei fiumi Ciane e Anapo, modificato gli habitat prioritari e favorito l’intrusione di acqua salata nelle lagune costiere, compromettendo l’equilibrio salino e la biodiversità locale.

Denunce e audizioni senza risposte
Le segnalazioni, inviate tra agosto e ottobre 2025 alle autorità amministrative e giudiziarie, e l’audizione del 29 ottobre 2025 davanti alla IV Commissione Legislativa Permanente “Ambiente, Territorio e Mobilità” dell’ARS, presieduta dal deputato Giuseppe Carta, non hanno finora prodotto alcun provvedimento concreto.
Tra i partecipanti all’audizione vi erano l’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Giusi Savarino, il dirigente generale del dipartimento Regionale dell’Ambiente, Calogero Beringheli, il presidente del Libero Consorzio, Michelangelo Giansiracusa, rappresentanti del Comune e il comandante della Polizia Provinciale, Ten. Col. Daniel Amato.
In quella sede, ricorda il Comitato, tutti avevano riconosciuto “la gravità della situazione gestionale della Riserva. Ma a tre settimane di distanza, nessuno degli impegni assunti è stato rispettato”.
Omissioni, responsabilità e rischi penali
Secondo il legale Corrado V. Giuliano, rappresentante del Comitato, l’inerzia del Libero Consorzio configura una tolleranza istituzionale che integra gli estremi di omissione di atti d’ufficio (art. 328 c.p.) e danno erariale, aggravata dalla mancata applicazione del Piano di Gestione 2017 e del regolamento della Riserva.
Oltretutto, approfondendo, il sito “Fiume Ciane e Saline di Siracusa” non è un’area protetta di mera rilevanza locale, ma è sottoposto a un duplice e cumulativo regime di protezione giuridica, che ne rafforza la tutela e rende gli obblighi di conservazione inderogabili. Oltre alla tutela come Riserva Naturale Orientata (L.R. 98/81), il medesimo perimetro territoriale è parte integrante della Rete Natura 2000, la principale rete ecologica europea per la conservazione della biodiversità.
Il sito è classificato sia come Zona Speciale di Conservazione (ZSC) che come Zona di Protezione Speciale (ZPS). La situazione espone, quindi, a possibili conseguenze derivanti dal mancato rispetto delle Direttive Europee Habitat e Uccelli, contribuendo alla Procedura di Infrazione UE n. 2163 per gestione inadeguata dei siti protetti.
La paralisi della Pre-Riserva
Un ulteriore elemento di criticità riguarda la Pre-Riserva (Zona B), la cui istituzione risale a più di trent’anni fa, senza che sia mai stato approvato un Piano di Utilizzo.
Questo vuoto normativo ha creato una zona cuscinetto praticamente inesistente, consentendo la proliferazione di abusi edilizi e interventi meccanici illegittimi, aggravando il rischio per l’intera Riserva e rendendo complessa qualsiasi azione di recupero.
La diffida e le richieste al Libero Consorzio
Il Comitato ha formalmente diffidato il Libero Consorzio dei Comuni di Siracusa, il Comune di Siracusa e l’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente, sollecitando:
- Emissione immediata di ordinanze esecutive per demolire abusi edilizi e infrastrutture illegali;
- Avvio concreto delle azioni previste dal Piano di Gestione 2017, in particolare il consolidamento dell’argine delle Saline e la sistemazione idraulica dei fiumi;
- Procedimenti sanzionatori verso i responsabili dei dragaggi illeciti;
- Approvazione urgente del Piano di Utilizzo Pre-Riserva.
Parallelamente, l’Assessorato regionale è invitato a considerare: la revoca della gestione al Libero Consorzio, in caso di perdurante inattività e l’immediata definizione del Piano della Pre-Riserva.
Se entro 15 giorni dalla ricezione della diffida non saranno adottati gli atti richiesti, il Comitato preannuncia la presentazione di un nuovo esposto-denuncia alla Procura della Repubblica e alla Procura Regionale della Corte dei Conti.
Un simbolo di inefficienza istituzionale
La vicenda rappresenta un caso emblematico della crisi della governance ambientale siciliana: un territorio unico al mondo, ricco di biodiversità e memoria storica, rischia di essere ridotto a un “catalogo fotografico” delle perdite subite per incapacità e indifferenza delle istituzioni.
L’unica speranza rimane la pressione pubblica e legale, affinché la Riserva “Fiume Ciane e Saline” possa finalmente essere tutelata e restituita al suo valore naturale e paesaggistico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

