In foto. il senatore Antonio Nicita del PDNel corso dell’esame del disegno di legge A.S. 1689, saranno presentati due emendamenti a prima firma Antonio Nicita, Vicepresidente del Gruppo PD in Senato e membro della Commissione Bilancio, che modificano la legge 30 dicembre 2023, n. 213, intervenendo su due aspetti principali: il definanziamento delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) destinate al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina e la definizione delle regole di gestione economico-finanziaria dell’infrastruttura.
Il testo del primo emendamento prevede la soppressione delle disposizioni dell’articolo 1, comma 273 e seguenti, della legge 213/2023 che autorizzavano l’utilizzo delle risorse FSC per il finanziamento del Ponte (comma 3-bis); la riallocazione di circa 3,8 miliardi di euro del Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027 alla quota destinata al Mezzogiorno, per finalità coerenti con la programmazione dello stesso Fondo (comma 3-ter); la riassegnazione di 500 milioni di euro alle Regioni Sicilia e Calabria, originariamente previsti per opere connesse al Ponte (strade, autostrade, ferrovie, raccordi portuali), da utilizzare per interventi prioritari quali: mobilità stradale, marittima e ferroviaria, edilizia sanitaria e scolastica, transizione energetica e riconversione ecologica, sostegno alle imprese e riqualificazione dei lavoratori (comma 3-quater). In particolare, si indica come priorità, anche in modalità di co-finanziamento, il completamento dell’Autostrada Siracusa-Gela.
Il successivo emendamento introduce un principio vincolante sulla gestione economica dell’opera Ponte: “La manutenzione ordinaria annuale e straordinaria pluriennale del Ponte sullo Stretto di Messina, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, è posta interamente a carico del soggetto gestore. L’equilibrio economico-finanziario della gestione è garantito esclusivamente dalle tariffe stradali e ferroviarie applicate all’attraversamento dell’infrastruttura”. In concreto, si prevede che lo Stato non potrà intervenire con ulteriori risorse pubbliche per la gestione o la manutenzione del Ponte; il gestore dovrà comunque garantire l’equilibrio economico attraverso pedaggi stradali e ferroviari; non quindi sono previsti contributi statali o regionali per coprire eventuali disavanzi.
“È assurdo – afferma Nicita – che si blocchino risorse FSC dei siciliani e dei calabresi per un’opera ancora sotto giudizio della Corte dei Conti su molti aspetti critici. Il Governo, se vorrà, potrà individuare nella prossima legge di bilancio del 2027, le risorse addizionali, ma intanto liberare quelle bloccate per infrastrutture necessarie alla Sicilia e alla Calabria che attendono da anni”.
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