
Un nuovo strumento per proteggere, riconvertire e rilanciare i grandi poli produttivi italiani: è questo l’obiettivo del disegno di legge presentato dal senatore Antonio Nicita, vicepresidente del Gruppo PD al Senato, che introduce la nascita delle Zone Industriali di Interesse Strategico (ZIS).
Si tratta di un progetto ambizioso che mira a rafforzare la sicurezza economica nazionale, la transizione ecologica e la resilienza produttiva, intervenendo su quei territori dove insistono gli asset industriali ed energetici più rilevanti per il Paese.
«Con le Zone industriali di interesse strategico – spiega Nicita – vogliamo mettere in sicurezza l’industria italiana, valorizzando la funzionalità sistemica degli asset strategici. Le crisi globali ci hanno mostrato quanto sia urgente rafforzare la sovranità produttiva, coordinare la riconversione verde e proteggere il lavoro nei territori più esposti”.
Un modello unitario per superare frammentazione e emergenze
Le ZIS saranno aree territoriali che comprendono siti industriali, energetici, logistici e manifatturieri dichiarati di interesse strategico nazionale.
Il disegno di legge prevede che ciascuna zona venga istituita con decreto del Presidente del Consiglio, su proposta dei ministri competenti, e coordinata da un Commissario straordinario. Quest’ultimo avrà il compito di attuare i piani di riconversione, monitorare gli interventi e favorire nuovi investimenti pubblici e privati legati agli asset strategici e alle imprese che ne fanno parte.
La governance unitaria delle ZIS intende superare la frammentazione di competenze e l’approccio emergenziale che negli anni ha caratterizzato la gestione dei poli industriali in crisi. Un sistema, quello attuale, che spesso ha rallentato gli interventi e reso più complessi i processi di innovazione ambientale e tecnologica.
Nessun nuovo onere per lo Stato e piena coerenza con l’Europa
Il provvedimento, come specificato da Nicita, non comporterà nuovi oneri per le casse pubbliche. Si inserisce infatti nel quadro delle politiche europee per la sicurezza economica e per la neutralità climatica, facendo riferimento alla Strategia europea per la sicurezza economica e al Net-Zero Industry Act, oltre che ai fondi del PNRR destinati alla riconversione e alla resilienza energetica.
«L’idea cardine delle ZIS – aggiunge Nicita – sarà anche oggetto di un emendamento alla Legge di Bilancio che sarà avviata a breve in Senato. È una misura che guarda al futuro, che unisce innovazione e tutela del lavoro».
Le ZIS nel ‘Libro Verde’ del PD
Il disegno di legge confluirà inoltre nel Libro Verde che il Partito Democratico sta elaborando nell’ambito del Forum PD per le politiche industriali, coordinato da Andrea Orlando.
Un documento strategico che mira a costruire una nuova visione per la politica industriale italiana, capace di conciliare sviluppo economico, sostenibilità e tutela dei lavoratori.
Cosa sono le ZIS e quali territori interesseranno
Le Zone Industriali di Interesse Strategico Nazionale saranno destinate ai grandi poli produttivi del Paese, come Priolo–Augusta–Melilli in Sicilia o Taranto, dove insistono impianti industriali già riconosciuti di interesse strategico.
In queste aree, le ZIS consentiranno al Governo di introdurre strumenti sistemici di intervento che permettano di:
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garantire la sicurezza economica e produttiva nazionale;
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coordinare la riconversione ecologica e tecnologica dei distretti industriali;
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tutelare occupazione, competenze e filiere produttive;
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promuovere una pianificazione integrata tra ambiente, energia e sviluppo industriale.
«Dalle emergenze a una visione strutturale»
«È un vero cambio di paradigma – conclude Nicita –: passiamo da interventi emergenziali e frammentati su singoli asset strategici a una politica industriale strutturale e organica nelle aree di interesse strategico nazionale. A partire dal polo di Priolo, dove occorre affrontare in modo sistemico le questioni legate a ISAB e IAS. Le ZIS serviranno a rendere il sistema produttivo italiano più sicuro, sostenibile e competitivo, nel quadro della nuova strategia industriale europea.”
Con questo disegno di legge, Nicita propone un modello di governance industriale moderna e sostenibile, capace di coniugare competitività, transizione verde e coesione territoriale: un passo decisivo verso una nuova stagione di politica industriale europea a misura d’Italia.
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