Le analisi di Sinistra Futura

Siracusa. «La Città merita di più: altro che rimpasto, il sindaco Italia vada via. Serve restituire alla città il diritto di scegliere»

di Redazione

«L’antimafia regionale denuncia interferenze criminali nel turismo. E ora anche la magistratura accende i riflettori con provvedimenti inquietanti. È un bollettino di guerra civile, morale, amministrativa»

«Altro che rimpasto. È il momento di liberare Siracusa da un’amministrazione inadeguata, figlia di un disegno politico fragile e ormai chiaramente fallito. La solidarietà non va al Sindaco né ai suoi assessori dimissionari: va data ai siracusani, da troppo tempo costretti ad assistere al lento declino della città», lo affermano Pippo Zappulla Coordinatore Regionale e Ninni Gibellino Coordinatore Cittadino di Sinistra Futura.

«A Francesco Italia va riconosciuta una certa abilità: quella di sapersi costruire un potere sfruttando il lavoro degli altri. Lo ha fatto con Giancarlo Garozzo, prima come vice, poi come “delfino”, capitalizzando le debolezze altrui e le fratture carsiche di un Partito Democratico mai davvero unito. Ha vinto le elezioni costruendo una giunta civetta: apparentemente civica, nei fatti moderata, culturalmente vuota, priva di identità e visione.

«Un’amministrazione fondata sul potere per il potere, sulle alleanze di comodo, sul baratto continuo di poltrone, in una logica spartitoria che ha svuotato di significato la parola “governo”. Ma i castelli fondati sull’opportunismo, prima o poi, crollano. E oggi, quel castello, è chiaramente in macerie.

«A furia di promettere incarichi, Italia si è ritrovato con troppi aspiranti assessori e troppi assessori stanchi di essere quotidianamente messi alla berlina. Le dimissioni di Fabio Granata, tardive e silenziose, sono solo l’ultimo atto. E a lui, più che la solidarietà, va chiesto conto del ruolo attivo che ha avuto nel sorreggere per anni una giunta inadeguata, alimentando una narrazione salvifica che oggi mostra tutta la sua inconsistenza.

«Il Sindaco Italia dovrebbe cogliere questo momento non per tentare l’ennesimo rimpasto, ma per trarne le dovute conseguenze politiche: rimettere il mandato e restituire la parola ai cittadini. Ma, lo diciamo con franchezza, dubitiamo che lo farà. La storia recente racconta di un’ostinazione autoreferenziale, più interessata a restare a galla che a governare con responsabilità.

«Nel frattempo la città è ferma, fanalino di coda in tutte le classifiche nazionali, dalla qualità della vita alla vivibilità urbana. I cittadini di Ortigia bocciano la gestione del centro storico. L’antimafia regionale denuncia interferenze criminali nel turismo. E ora anche la magistratura accende i riflettori con provvedimenti inquietanti. È un bollettino di guerra civile, morale, amministrativa.

«Serve un sussulto. E se non può venire da chi oggi occupa Palazzo Vermexio, deve venire da chi vuole rappresentare un’alternativa.

«Per questo ci rivolgiamo al fronte democratico, progressista e di sinistra: basta caminetti e logiche da congresso permanente. Gli errori del passato non devono ripetersi. Non si costruisce un’alternativa credibile a poche settimane dal voto con nomi improvvisati o candidature calate dall’alto. Serve un progetto, e serve adesso.

«Si parta dalle condizioni materiali di vita dei siracusani: i servizi essenziali, la sanità pubblica, la viabilità al collasso, il disastro della raccolta rifiuti, l’acqua, i parcheggi, il lavoro, le periferie dimenticate. Serve una proposta etica, valoriale, amministrativa. Solo così sarà possibile, quando arriverà il momento, indicare anche una figura in grado di rappresentare un cambiamento vero, radicale, coraggioso.

«Siracusa non può più aspettare. Non servono rimpasti. Serve un cambio di passo. E soprattutto, serve restituire alla città il diritto di scegliere».

10 Luglio 2025 | 11:51
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