Quando si dice il destino! Non ci fosse stato l’ennesima manfrina di un rinvio nell’elaborazione del calendario, ben difficilmente Pagana avrebbe concesso due giorni di permesso ai suoi ragazzi e oggi non saremmo a commentare, incapaci di farcene una ragione,una tragedia che ci lascia profondamente tristi nel vedere stroncata la vita di un giovane dirigente del nuovo Siracusa.
Da gennaio scorso al Troina, fresco di studi accademici e fortemente motivato a mettere in pratica la materia di dirigente sportivo che l’appassionava tanto visibilmente da convincere Giovanni Alì a metterlo subito alla prova affidandogli i rapporti con gli elementi di prima squadra della compagine ennese. Superato a pieni voti il periodo di prova, senza pagare lo scotto del noviziato, Davide Artale era diventato un elemento insostituibile nel tenere unito lo spogliatoio. Assunta dal presidente Alì la proprietà dl Siracusa, unitamente all’amministratore delegato Nicola Santangelo aveva deciso di affidargli la squadra azzurra, di cui nel giro di qualche settimana era riuscito a conquistare la fiducia, calandosi nella filosofia di lavoro della nuova società che intende ricreare sulle rive del Ciane l’idea della squadra-famiglia capace di riproporre in chiave di agonismo calcistico il detto di “uno per tutti e tutti per uno”.
Davide Artale era dunque il giovane scelto per realizzare un progetto unico nel suo genere, fermato da un destino crudele quando era ormai sul punto di realizzarlo.
Accanto a lui, in quel tragico sabato notte, un altro giovane, Maurice Gomis, appena ventenne, classificato l’anno scorso fra i migliori estremi difensori del girone di Lega Pro in cui militava e passato in prestito dalla Spal, che già schiera fra i pali il fratello maggiore, al Siracusa con i buoni uffici di Giancarlo Di Marzio. Uscito indenne dal pauroso,tragico incidente, con una prognosi di soli 20 giorni per le escoriazioni superficiali subite, bisognerà valutare le eventuali conseguenze psicologiche che per primi i compagni tenteranno di scongiurare, stringendosi accanto a lui come avrebbe voluto il caro, indimenticabile Davide, rapito all’alba di una domenica che doveva essere un giorno di festa per lui e che invece si è trasformato in una tragedia immane da un destino crudele e beffardo.
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