Richiesta favorevole della difesa di Gino Foti e Giuseppe Marotta

Siracusa. Processo «Oro blu», pubblica accusa acquisisce atti ex Sai 8

di Redazione

Tentata estorsione e/o tentata truffa ai danni della «Sai 8», entra nel vivo il processo denominato «Oro blu», la difesa di Gino Foti e Giuseppe Marotta incassa anche il parere favorevole da parte della pubblica accusa. È stata, infatti, acquisita dai giudici del tribunale la documentazione relativa al patteggiamento a due anni di reclusione di Mirko Giorgi e Marzio Ferraglio, ex dirigenti della società idrica che in questo processo sono le presunte vittime dell’ex sottosegretario al Tesoro e dell’ex amministratore delegato della «Sogeas», coinvolti nell’inchiesta per bancarotta fraudolenta della stessa «Sai 8».

Risvolta del collegio difensivo di Foti, rappresentato dagli avvocati Bruno ed Antonino Leone, affinché nel processo si possa tenere in considerazione i comportamenti di Giorgi e Ferraglio nella conduzione dell’azienda.

Per smontare l’ipotesi di una estorsione, la difesa di Foti, avvocati Bruno ed Antonino Leone, hanno presentato un altro documento, anche questo accolto dal tribunale ed avallato dal pubblico ministero Vincenzo Nitti, teso a dimostrare che «Sai 8» non avrebbe avuto alcun «timore» di perdere il servizio, anzi avrebbe reagito in modo irruento.

Gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore hanno depositato una lettera del 14 marzo 2011 – ha spiegato in aula l’avvocato Bruno Leone, difensore di Gino Foti – successivamente ai fatti: è un atto dichiaratorio di diffida che è stato rivolto da Ferraglio nell’interesse della “Sai 8” all’Ato ed allora presidente della Provincia, Nicola Bono, relativamente ai fatti relativi alla clausola dell’articolo 7. Questo serve a dimostrare che le persone oggi offese nel processo, Ferraglio e Giorgi, appena a conoscenza delle problematiche ponevano in essere atti giudiziari per contrastare le decisioni dell’Ato, nella persona dell’onorevole Bono».

I difensori di «Sai 8» erano, dunque, Piero Amara e Giuseppe Calafiore, recentemente coinvolti nell’inchiesta «Sistema Siracusa» su un presunto giro di sentenze comprate o aggiustate per favorire gruppi imprenditoriali amici. Ma quest’ultima vicenda giudiziaria, per nulla legata al processo «Sai 8», tra meno di una settimana farà il suo ingresso nell’aula del tribunale di Messina.

Nella ricostruzione dell’accusa, i due ex amministratori «Sai 8» Mirko Giorgi e Marzio Ferraglio avrebbero subito pressioni dagli imputati, arrestati nel febbraio del 2012 e rimessi in libertà due settimane dopo, che avrebbero spinto perché fosse affidata ad un’impresa a loro vicina il servizio di riscossione delle bollette insolute. In caso contrario, avrebbero mosso le loro pedine affinché il contratto tra la «Sai 8» e l’«Ato idrico» fosse risolto. Ed in questa storia era entrato l’ex presidente della Provincia, Nicola Bono, accusato di aver approfittato del ruolo di presidente del Consorzio «Ato idrico» per tagliare «Sai 8» dalla gestione del servizio idrico, di tentata estorsione e di aver fatto pressioni per una assunzione. Solo che la posizione di Bono è stata archiviata nel gennaio del 2013 dal gip del tribunale di Siracusa, Michele Consiglio.

Nell’ultima udienza la strategia difensiva dagli avvocati Bruno ed Antonino Leone ad appannaggio di Gino Foti e Giuseppe Marotta incassa il parere favorevole da parte della pubblica accusa.

17 Dicembre 2018 | 19:18
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